giovedì 31 luglio 2008

contro il materasso

la tempesta tropicale di ieri sera deve avere fatto un po' di cortocircuito. il cuore batte irregolare, come se fosse fuori tempo.

sarà che è giovedì ma a me sembra già vacanza, sarà la sveglia presto per preparare la "valigia" della prima trasferta estiva - dalle parti di bergamo, ok non si va molto lontano, ma si va per daniele silvestri e caparezza e la compare di viaggio portoghese.

insomma, stamattina ho aperto gli occhi, a pancia sotto, e ho sentito questi battiti strani contro il materasso.

martedì 29 luglio 2008

air conditioning is on my head

molto più delle zanzare - che ormai sono allevate a casa mia con rigore e passione - odio l'aria condizionata. e non mi spiego perché i miei genitori, noti alle cronache per la loro tendenza a fare happy hour in qualsiasi momento e occasione, si ostinino a tenerla accesa di notte. soprattutto nelle notti in cui basta aprire due finestre per fare entrare aria fresca (ok, non fredda, ma fresca sì).

e invece si chiudono tutto le porte e finestre, si creano ambienti separati con uno sbalzo di temperatura da notte/giorno nel deserto e si fa andare alla grande la macchina che fa l'aria condizionata.

peccato che questa si trovi sul mio balcone, e non sul loro. accanto alla mia testa, grazie alla nuova disposizione del letto blu, e non alla loro. e che faccia un rumore tipo trivella.

domenica 27 luglio 2008

zzzzzzzzz

nel weekend in cui ho scoperto i piaceri del wok e dello stare ai fornelli a cucinare, posso dire con certezza che le mie principali attività sono state:

- cucinare*
- mangiare**
- bere***
- andare all'esselunga
- sostenere serrati corpo a corpo con le zanzare

non necessariamente in questo ordine (le zanzare sono diventate la cosa con cui ho un rapporto di maggiore intimità, mac a parte).

* pasta alla norma, fajitas pollo-manzo-peperoni, fagioli y pancetta, riso basmati, cocada, antipasto sprint con gli avanzi, linguine al basilico col pomodoro
** quello di cui sopra più gelati e bruschettona
*** birra, bonarda e sangria

sabato 26 luglio 2008

parquet

godo a camminare a piedi scalzi sul parquet, a sentire il legno risaldato dal sole sotto la pianta e le dita.

(non sarà che io, che li ho sempre odiati, stia diventando feticista dei piedi?)

(no, credo di no. continuano a non piacermi, né i miei né quelli degli altri. ma d'estate non posso fare a meno di farli vedere. quindi ok: sono esibizionista dei piedi)

martedì 22 luglio 2008

sopra le lentiggini

304 pagine durano 14 ore o poco più. dall'istante in cui in metropolitana apro il libro a quello in cui, seduta sul letto blu, lo richiudo.

in mezzo, una giornata in cui la birra di ieri sembra essere filtrata in angoli del corpo rendendo i movimenti difficili e la testa vagamente liquida. in cui cammino lenta, a passi ovattati - io che di solito mi sento rimbalzare sulle suole - tutta presa dalla sensazione della fodera della gonna giallo chiaro che si attorciglia tra le cosce.

una giornata di caffè buttati giù e litri d'acqua, di interviste fatte cercando di sembrare vagamente credibile, di insofferenza ai rumori del cantiere appena fuori dalla finestra della redazione.

una giornata, insomma, in cui il corpo è iper sensibile. e la testa, immagino, pure. così lo bevo, la solitudine dei numeri primi di paolo giordano. lui ha la mia età e la testa un po' inclinata, nella fotografia in bianco e nero nell'ala della sopraccoperta.

dalla copertina, invece, due occhi di ragazza mi scrutano da sopra le lentiggini, mentre alle 19.36 la luce al parco solari si fa perfetta e io mi alzo dalla panchina su cui mi ero messa a leggere.

("tu sei pazza. quel libro è tanto,
troppo per un giorno solo")


cieli ornati

"non si possono vedere i concerti da seduti". no, non si può. per questo ci mettiamo in piedi, sui lati del tendone che sembra una serra di villa arconati.

e i baustelle suonano, e la gente c'è anche se sta seduta (fino a la guerra è finita. lì si alzano quasi tutti. io prendo il telefono e faccio in modo che ci sia anche chi, all'ultimo istante, non è potuto venire).

poi il cielo sopra il parco si riempie di lampi, belli come le nuvole che lo ornavano prima che la musica iniziasse. e la notte scivola via (e io scivolo nel sonno), portandosi dietro una giornata un po' difficile.

sabato 19 luglio 2008

sentila!

sopra l'arena le nuvole si fanno sempre più piccole, fino a scomparire nel buio della sera. le note che arrivano dal palco, la voce di samuel e le vibrazioni della musica, si trasformano in un attimo nella gonna verde che ondeggia sulle ginocchia al ritmo delle mie spalle.

nei piedi che saltano e nelle mani che si alzano. nella punta delle mie dita che gioca con i capelli. nell'odore di canna e nella birra.

nella sensazione, netta anche se dura un istante, della pressione del lato delle mie scarpe contro quello delle all star di biba. vicina, senze parole.

così i subsonica riempiono l'aria fresca e le gradinate, non deludono come sapevo non avrebbero fatto. anche se, come dice qualcuno, pure i concerti a milano sono un po' strani.

mercoledì 16 luglio 2008

il letto blu

stamattina non avevo voglia di alzarmi, semplicemente. ho zittito la prima sveglia, ignorato la seconda, posticipato le successive.

stavo bene sotto il lenzuolo a righe e la copertina boliviana, questo è tutto. stavo bene in quella luce, con la testa sul cuscino. non mi andava proprio di lasciare il letto stretto e blu, rigirato per la stanza vuota in una posizione nuova, dopo che le pareti sono state imbiancate (giusto per darmi la sensazione di aver cambiato stanza, anche se sto sempre qui).

non mi andava, punto e basta. perché ora andare in redazione mi pesa come non mai, più che in qualsiasi altra redazione di sempre. forse perché finalmente intravedo le vacanze e non vedo l'ora di salire sul primo aereo.

martedì 15 luglio 2008

shine

milano è bella come non mai. il cielo azzurro intenso, senza una nuvola a sporcare gli angoli tra i tetti. l'aria fresca che accarezza i polsi. il sole brillante e caldissimo, che abbraccia senza stringere troppo.

così mentre cammino tra gli alberi verdi del parco solari sorrido. and all of this world, is gonna see me shine.

lunedì 14 luglio 2008

il dehors di casa fritto

in stazione centrale, grosse gocce fredde cadono sulle spalle e sulle immagini del weekend. sul risveglio nel mio letto a casa fritto, con il perfetto livello di luce e temperatura e rumori e ore di sonno dormite (e con la sensazione di essere davvero a casa).

sulla giornata di shopping con la sorella, da cui si torna con troppi sacchetti e tre paia di scarpe/sandali. sulla festa al circo massimo ("la facciamo nel dehors?"), con le candele e i 25 chili di cocomero e vodka, con la pipì nel prato e il tinto de verano. festa di inizio estate, festa di fine anno.

sulla domenica di resaca tra foto e chiacchiere, mezze sdraiate e mezze addormentate. sulla tangenziale con gli occhi pieni e sul binario otto di termini. sugli odori ritrovati. sui saluti e sui "ci vediamo a settembre".

grosse gocce fredde vengono giù e freddypod, manco sentisse il tempo, attacca cade la pioggia.

giovedì 10 luglio 2008

addormentarsi con lui

era tanto che non succedeva. ieri il sonno ha avuto la meglio su di me mentre, cellulare in mano, scrivevo una buonanotte e di aver comprato la solitudine dei numeri primi. stamattina ho trovato il telefono acceso (e sul comodino... strano, di solito quando succede così me lo ritrovo nel letto), ho guardato tra i messaggi inviati e ho scoperto invece le mie righe lì, mezze scritte, ancora in bozza.

e questo, invece di farmi venire seri dubbi sulla mia lucidità mentale e sul probabile bisogno di dormire di più, mi ha fatto sorridere. mi ha riportata ai letti stretti di spotorno e di roma. a una discussione con lu ("fe', ma ti pare possibile addormentarsi mentre si scrive un messaggio? che scusa è?" - "guarda che a me succede sempre"). ai pensieri prima di dormire.

lunedì 7 luglio 2008

pelle rossa

il weekend romano mantiene le sue promesse, tra grandi chiacchiere e sorrisi, la pelle che si fa rossa, il mare e le scale di sperlonga, san lorenzo senza luce, gli occhi negli occhi, treni che scivolano veloci...

e poi, la gioia di dire, mentre ci si saluta a termini, "ci si vede tra cinque giorni".

giovedì 3 luglio 2008

non ero shopping-dipendente?

comincio a preoccuparmi. oggi ho ricevuto il mio primo stipendio vero (yeeee), sono andata a fare un giro per negozi e in due ore di shopping non ho comprato nulla. anzi, tre paia di mutande. uguali. che neppure mi piacciono molto. ma avevo bisogno di portare a casa almeno un sacchetto. uno, piccolo.

ora: o mi sono disintossicata dall'acquisto compulsivo o ho perso il mio tocco magico per lo shopping. oppure girare nel reparto nell'intimo è molto più divertente se sai che c'è qualcuno che lo vedrà, il tuo intimo.

freno/frizione/acceleratore

che strana sensazione, guidare a piedi scalzi - perché con le infradito è pure peggio - nelle strade di milano di notte. sentire le dita tese sull'acceleratore. mi fa venire in mente i tornanti di bergeggi, il mare, le vacanze quasi dimenticate.