venerdì 30 gennaio 2009

la busta paga

aspettando che sia ora di andare in stazione, ho riempito lo zaino verde con i frutti di due miei articoli. tra culatelli e nocino, mi sono onestamente guadagnata una fetta di emilia romagna. che ora porto con me a casa fritto. parola d'ordine, compartir.

mi sembra di essere un re magio. o una di quelle vecchie ciccione che prendono il treno portandosi dietro la teglia di parmigggiana.

mercoledì 28 gennaio 2009

sogni comparativi

quando è suonata la sveglia stavo sognando. era un sogno doppio: da una parte dovevo percorrere un sacco di strada con un mini-motorino che era quasi senza benzina e che continuava a spegnersi (e continuavo a incontrare i montatesi). dall'altra stavo studiando delle tabelle comparative delle diverse guide (michelin, l'espresso, gambero rosso, quelle robe lì) per un articolo.

tabelle comparative. che sogno del cazzo.

direi che tre cose sono evidenti:
1) ho dei problemi con i risvegli
2) l'assenza di un motorino dalla mia vita è ben motivata
3) sono in conflitto con il cibo e con il mio lavoro

e contando che il cibo è il mio lavoro, non mi sembra una cosa molto positiva.

martedì 27 gennaio 2009

la doccia

a me piace fare la doccia di sera. farla di mattina mi sembra strano. aprire gli occhi sotto il piumone e pensare di togliere ogni strato caldo per infilarsi sotto l'acqua, mi sembra una forzatura innaturale.

sentire le piastrelle gelide sotto ai piedi nudi. ripararsi con le braccia il petto mentre l'acqua va in temperatura. e pure dover ascoltare il soffiare rumoroso del phon.

ogni tanto serve (a me, per esempio, domenica mattina), ogni tanto è necessario. però io stamattina, dopo aver asciugato capelli da pulcino, avrei avuto decisamente voglia di mettermi i pantaloni della tuta e rimettermi a letto. altro che andare a lavorare.

che poi fuori il mondo è dello stesso colore della tutina (grigio), ma almeno lei è morbida. e calda.

lunedì 26 gennaio 2009

dancing on heels

ballare sui tacchi richiede molto ma molto equilibrio. fare il limbo a un matrimonio, pare, ancora di più.

venerdì 23 gennaio 2009

la sera prima

pensavo a cosa farei la sera prima di un mio ipotetico* matrimonio. credo che vorrei stare con mia sorella e le mie amiche. bere qualcosa - così, un giro benaugurale. ridere di cose che solo noi capiamo. guardare tante puntate di sex and the city.

poi ho sentito la vera quasi-sposa. è serena, ha dei capelli faticosi e guarda zelig.

*e ci tengo a sottolineare, ipotetico (=improbabile).

giovedì 15 gennaio 2009

amo il rischio

ok, lo so, è rischioso. dopo potrei sembrare un classico bambino-pecora. però devo tagliare i capelli. non posso andare così al matrimonio di biba. voglio dire, sembro il commissario scialoja.

martedì 13 gennaio 2009

zeronove

aspettavo che si caricasse la puntata di dirty sexy money e intanto cercavo di fare un po' di ordine tra i ragionamenti ingarbugliati (uno, per esempio: perché faccio danza da anni e sono un'incapace?).

per passare il tempo e dimenticare un istante i pensieri, ho preso la moleskine nuova e quelle degli ultimi due anni, per segnare date e compleanni.

nelle pagine zerosette ho ritrovato la mia laurea e quella di altri. nomi che non appartengono più alla mia vita (solo in sogno, di tanto in tanto, fanno capolino). il giorno in cui, dopo un massaggio shiatsu, ho comiciato a piangere e per smettere ho dovuto prendere un treno che mi portasse a milano e dalla michy.

ho ritrovato il ritorno nel palazzo di vetro sulla colombo. i turni in redazione preceduti da rep. i concerti a villa ada. le feste. gli esami delle scuole di giornalismo. il colloquio qui dove sono ora.

l'agenda zerootto invece è quasi pulita. più o meno ogni venerdì e domenica, la sigla di prenotazione di un treno. qualche indirizzo per cose di lavoro. biglietti da visita.

mi è venuto spontaneo chiedermi come sarà, la moleskine zeronove. io la vorrei di nuovo scarabocchiata.

lunedì 12 gennaio 2009

l'impronta

addormentandomi, e svegliandomi, sulle braccia e sulla schiena sento in modo quasi vero l'impronta di un suo abbraccio. dell'assenza di un suo abbraccio.

martedì 6 gennaio 2009

punti

lo capisco, il bisogno di mettere punti. .punti che chiudano, e che si possa andare a capo. :due punti che riaprano le cose e che diano una spiegazione. ;punti e virgola, per prendere fiato e vedere che fare.

i ...puntini di sospensione, bè quelli sono vigliacchi, sono il gioco più facile. ma non possono chiudere un libro, per dire, o un discorso. sospendono, mica chiudono.

ci possono stare pure i !punti esclamativi, di quelli che si esce di casa sbattendo la porta o che si salta nelle braccia dell'altro, senza mezze misure. i ?punti di domanda, invece, quelli sono i più ovvi. sono un'attesa di una risposta.

quindi, dicevo, lo capisco, il senso dei punti. però sono incapace - patologicamente incapace - di metterli. sono più il tipo da trattini, da "per inciso". da virgole, magari.

i punti li metto solo a frasi brevi, perché quelle lunghe le odio. mi trovo spesso a discutere con gli uomini, sulle frasi lunghe. con uomini diversissimi tra loro. dicono che le frasi lunghe sono vera scrittura, quelle corte sono facili scappatoie.

piove.

mi guarda.

un attimo.

io ci penso e mi chiedo se non sia proprio per questo che le amo, le frasi brevi. perché non impegnano a mettere a fuoco il piano generale. non si ingarbugliano. e sono leggermente criptiche. e ogni volta che in fondo ci metti un punto, è ovvio che non sia un punto che chiude. forse neanche un punto che apre. di certo un punto a cui segue qualcosa. una liaison.

e poi, di quel che sta prima del punto, io non riesco a dimenticarmi.


venerdì 2 gennaio 2009

la sciarpa rossa

stamattina, un istante prima di uscire, ho preso su la sciarpa rossa. e il libro che mi ha regalato biba per natale. gli amori difficili, di italo calvino.






(tillwe)

giovedì 1 gennaio 2009

abbozzato

ero troppo occupata a girare un chilo di lenticchie, ieri sera, per realizzare che l'anno era finito. che le bottiglie di spumante e l'ananas lanciato dal balcone significavano adieu, 2008. non ci ho pensato nemmeno mentre mi semi-addormentavo in macchina nelle strade imbiancate.

ci ho fatto caso oggi, quando ho fatto i classici due conti. e mi sono resa conto che il 2008 è stato un anno fermo. forse perché è stato il primo di lavoro vero. certo, ci sono stati i viaggi, dopo tanto tempo. e anche cambiamenti. però tutto ha un sapore di incompiuto, come se fosse appena abbozzato. a metà (e a metà è diviso pure l'anno).

eccola, la parola giusta: un anno abbozzato.