mercoledì 30 settembre 2009

it's a jungle

it's a jungle out there. dress accordingly.

ok. ci casco sempre. mi hanno detto: "guardalo, il creatore è lo stesso di sex and the city". e io l'ho guardato. e non è ai livelli di sex and the city, però in questo momento cade a pennello.

seguire tre donne potenti, vestite benissimo e con lavori da paura è terapeutico, quando hai appena iniziato un nuovo lavoro e tutte o quasi sono vestite in modo molto più chic di te, là dentro.

lunedì 28 settembre 2009

prima sera

con oggi, ho collezionato nove primi giorni di lavoro. che poi hanno tutti un comune denominatore: stai lì un sacco, ti stanchi da morire e in fondo non fai niente. c'è bisogno di almeno una prima sera, per carburare.

domenica 27 settembre 2009

giovedì 24 settembre 2009

ritagli

ho deciso di segnarmi i posti dove mi piacerebbe (o dove mi è piaciuto) andare a mangiare, a bere, a ballare. infilerò i ritagli di giornale e i biglietti da visita nella moleskinecity di milano che mi è arrivata tempo fa. magari poi mi evolverò, attaccherò i ritagli e farò commenti a penna. per ora ritaglio e conservo.

pigiama e tacchi

ho comprato queste splendide scarpe con il tacco nere per il matrimonio. peccato che ora, rigide e nuove come sono, siano praticamente uno strumento di tortura. quindi, per abituarmi a loro e abituare loro a me, vado in giro per casa in pigiama e tacchi. oh yeah.

mercoledì 23 settembre 2009

i mondi sui quali guardare

non più ottico ma spacciatore di lenti
per improvvisare occhi contenti,
perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.
(fabrizio de andré - un ottico)

amo gli occhiali. per me sono un'abitudine ma anche una fissazione. senza, mi sento nuda. senza, mi sento meno me.

occhiali per vedere e per farsi vedere. per mostrarsi e per nascondersi. occhiali per "fare" una faccia - che poi è la mia faccia.

ho avuto brutti occhiali grossi con la montatura dorata. allora ero una bambina. poi sono diventati ovali, sempre dorati, sempre bruttini. allora ero in quella fase in cui non sei niente.

poi bordeaux, stupendi, e io diventavo adolescente. blu, non mi sono mai piaciuti fino in fondo. ero nel periodo ribelle. poi i mitici occhiali rossi fuori e bianchi dentro, il mio vero amore. sostituiti da quelli rossi e viola, un ripiego che si è rivelato molto azzeccato. infine verdi con sfere psichedeliche anni '70 sulle stanghette.

e ora, nuovi occhiali. ve li presento.

martedì 22 settembre 2009

qualcosa che assomiglia a un lavoro


sul treno, penso al fatto che i bottoni della mia camicetta preferita (senza maniche, nera a righine verdi) rischiano di esplodere. prima era perfettamente aderente rendendomi una f.i. tipo théo, ora sembro un ominino michelin. intendiamoci: so di non essere le donna cannone, ma la cosa un po' mi turba.

decido seduta stante di limitare il bere alla giusta razione giornaliera. ok, è opinabile come unità di misura. ma diciamo che intendo che se esco la sera bevo una birra (e non due, tre, quattro ecc).

peccato che di lì a quattro ore arrivo a casa e mia mamma ha preparato il mojito. ora: come si fa a mantenere gli impegni con una famiglia così? occorre bere per onorare l'aperitivo familiare.

è uno strappo alla regola, lo so. non è un comportamento molto serio, lo so. però non vedevo i miei da quattro giorni. e l'avevano preparato con tanto affetto. e sono dei maniaci degli aperitivi. e poi, in fondo, un motivo per festeggiare ce l'avevamo.

dopo 3 mesi di curriculum, colloqui & annunci, ho trovato un lavoro. cioè, uno stage. ma si avvicina abbastanza all'idea di lavoro, visto che:
* mi pagano
* potrò usare la mensa aziendale (prima volta nella vita)
* è in uno dei tre più grandi gruppi editoriali in italia

quindi direi che sì, il mojito ci stava. prosit.

lunedì 14 settembre 2009

lapsus

Annuncio: Pronti per la scrittura? cerchiamo persone appassionate alla scrittura soprattutto di articoli informativi, che abbiano buona capacità di sintesi, per uno stage on-line che si può svolgere comodamente da casa. Lo stage può essere inserito nel CV e ci sarà possibilità di screscita.

mercoledì 9 settembre 2009

bianco

mi piacciono i piccoli gesti simbolici. mi piacciono i particolari non per caso. per questo - anche se a chiederlo è una ministra che non è affatto credibile - qualcosa di bianco lo metterò. per tutte le storie ascoltate di donne - amiche, ragazze, bambine - che hanno dovuto abbassare la testa solo perché donne. per tutti gli sguardi e i gesti che feriscono, solo perché mettono timore.

e allora frustami

un colloquio in un'agenzia di lavoro interinale (o somministrazione di lavoro a tempo determinato, o come accidenti si chiamano) è un'esperienza frustrante, per chi già è abbastanza frustrato dal fatto di non avere un lavoro.

in uffici simili a quelli di un veterinario, devi compilare una scheda che sminuisce tutte le tue esperienze (che, con amore e fatica, avevi abilmente incastrato nel tuo perfetto curriculum in word). poi ci sono le domande sul tuo stato attuale (disoccupato, ça va sans dire, altrimenti che ci farei qui?) e su quello futuro.

lavoro ricercato? giornalista, redattore, ufficio stampa (seeeee, già me li vedo che se la ridono). disponibilità a part-time, full-time, turni, turni nei weekend, turni di notte? tutto quello che vi pare, non siamo qua per andare per il sottile.

al colloquio la tizia ti guarda con sufficienza, come se fossi invisibile - nonostante il meraviglioso tubino bianco a fiori. fa domande vaghe, non ascolta le risposte, potresti aver vinto il pulitzer e dubito che le fregherebbe. ha occhi sbarrati e sorpresi, che vagano da te alla tua scheda all'orologio.

se le interessa il lavoro poi sarà l'azienda a contattarla. intanto faccia questo test di data entry, lo facciamo fare a tutti.

10 minuti di lettere e numeri senza senso da battere sulla tastiera, arrivederci e grazie. e quello che fa più male, è che qualche speranza, in questa tortura, la riponi davvero.

lunedì 7 settembre 2009

aprile, dolce dormire (settembre no)


a volte ti svegli e sei più stanco di quando sei andato a dormire. e, soprattutto, più agitato. stamattina è una di quelle volte. sarà stata la temperatura, un'altalena tra freddo e caldo. sarà stato il viaggio in treno. sarà che oggi ho due (e dico due!) colloqui. ma secondo me la colpa è di uno di quei sogni che ti debilitano, tipo maratona di new york.

tipo:
- massimo giannini (il più bel vicedirettore di rep), con il vecchio stile "capello lungo", che litiga in un bar di spotorno con giulio andreotti. iniziando l'intervista, il vecchio gobbo lo chiama matteo e lui si incazza, se ne va e lascia lì il portafogli. io glielo faccio notare, lui mi rassicura che tornerà dopo a prenderlo, se non che figura ci fa con il divo giulio? che figo, giannini.
- io e mia sorella che tentiamo di preparare una farinata grande come una stanza, sotto cui c'è nascosta della gente (non mi è chiaro se la gente verrà cotta assieme alla farinata).
- mia mamma che mi dà della stronza, gratis.
- io e ale che facciamo le pulizie e scopriamo che non tutto starà nella lavastoviglie e nella lavatrice. e che cmq queste due non potranno essere accese contemporaneamente. e noi dobbiamo partire.
- mia zia derozer che si vuole mangiare la suddetta farinata.
- una festa in mansarda dove molte amiche sono incinte o scoprono di esserlo.

qualcuno mi svegli, please.