venerdì 30 ottobre 2009

nuvole, messico & co


io vorrei io vorrei
ritornare laggiù da lei ma so che non andrò

(giuliano palma & the bluebeaters / messico e nuvole)


e riciclo parole, riciclo pensieri, riciclo la mia faccia

riciclo un’immagine di te fra le mie braccia
(giorgio canali / nuvole senza messico)

giovedì 29 ottobre 2009

il giorno in cui ho iniziato ad amare i giornali

il giorno in cui ho iniziato ad amare i giornali - ad amarli fisicamente, la carta un po' grezza, il rituale, il fruscìo dei fogli - ero sulla terrazza di lettere alla sapienza. probabilmente, c'era il sole.

arrivavamo a lezione con gli occhi stanchi per le poche ore dormite, per le troppe birre bevute. ci sedevamo sulle sedie con il tavolinetto (sempre, inevitabilmente rotto) e ci aspettavamo. ognuno con il suo quotidiano aperto sotto il naso. leggere l'amaca di michele serra era necessario quanto il caffè.

nelle pause andavamo in terrazza (o al pratino, in quelle lunghe). avevamo tante repubbliche, corriere, manifesto, stampa. leggevamo, insieme, da soli. ricordo le sigarette fatte con tabacco e cartine (senza filtro, please. e a bandiera, mi raccomando). l'aria bohémien. i discorsi lunghi come dibattiti. le pagine di giornale arruffate. vittorio era zucconi, sebastiano era messina, conchita la de gregorio.

assomigliava alla felicità più pura. poi è passata, risucchiata via. deludente come solo i grandi amori sanno essere. ma il piacere di sentire sotto le dita e sotto gli occhi le pagine quasi beige, quello è rimasto.

mercoledì 28 ottobre 2009

mood sounds good

è bella parola, mood. umore, stato d'animo. ha un bel suono e mi piace vederla scritta. mood sounds good.

e così la mia passione di questi giorni è un sito che ti propone una playlist a seconda del tuo mood. basta segnare come ti senti in una specie di piano cartesiano dell'umore. tira fuori dai cassetti sonori della memoria note quasi dimenticate, risvegliando un animo jazz e swing.

poi ce n'è un altro - meno bella la musica, ma stupenda l'idea di selezionare cosa stai facendo, per quale situazione cerchi una colonna sonora. driving route 66, dressing up, asleeping on my feet...

mercoledì 21 ottobre 2009

la beffa e il riscatto

comprare un libro perché la copertina ci piace, arrivare a casa e scoprire che l'autore è lo stesso di un altro libro, una raccolta di racconti, uno dei pochissimi abbandonati prima della fine per inconciliabilità lettore-pagine. ecco, questa è una beffa.

finire il suddetto libro dalla copertina ingannatrice, nonostante i ripetuti attacchi di sonno mortale. questa è forza di volontà.

scoprire che il libro dopo, comprato lo stesso giorno del libro-sola e seguendo più o meno gli stessi criteri, è divertente - molto femminile, molto '900, molto carino. questo è il riscatto della lettura.

(per tutto il resto c'è mastercard)

martedì 20 ottobre 2009

uno sguardo e clic!

quando ero piccola avevo letto - forse sul sussidiario - un racconto su un tizio che poteva tagliare le cose con lo sguardo. se ne andava in giro e zac!, tagliava i rami degli alberi, le barbe degli uomini, le pagine di giornale. non riesco a mettere a fuoco quale fosse la morale della storia, ma sicuramente ne aveva una - tutte le storie lette alle elementari e alle medie ne avevano una.

comunque oggi pensavo a questo racconto, mentre ero in metro. mi piacerebbe avere occhi che fotografano, non che tagliano. sul serio, guardare qualcuno e clic!, scattare una foto. immortalare scorci poetici e vestiti improbabili, personaggi stravaganti e gesti unici. oggi mi sarei fatta un piccolo album: una ragazza altissima color caffelatte rasata e con grandi orecchini, due giovani musicisti (con tanto di bacchette della batteria che sbucavano dalla tasca), tre artistoidi, un ragazzo poco a suo agio nel completo da lavoro...

e poi le scarpe. fotograferei le scarpe. si capisce molto delle persone, dalla scarpe. mia sorella e la sua amica spilungona facevano le classifiche delle giacche più brutte. io mi concentrerei sulle scarpe.

per dire, oggi un signore aveva delle scarpe con la fibbia (quelle, per così dire, eleganti) color blu elettrico. e sopra dei pantaloni rossi.

venerdì 16 ottobre 2009

montagne a milano

dalla finestra al 7° piano (quasi potere) in questi giorni si vedono le montagne. montagne a milano? direte. è quello che mi sono chiesta anch'io. ma sì, a milano si vedono le montagne: orlano questo catino che è la pianura padana e nei giorni limpidi sbucano dietro ai palazzi.

mi basta spostare leggermente lo sguardo dallo schermo - appena verso sinistra - e sono lì. dietro ai tetti su cui luccicano riflessi argentati - avete presente, quei tetti su cui sventagliano pezzetti scintillanti quando c'è vento? non ho la più pallida idea di cosa servano - qualche ingegnere me lo spiegherà - ma mi danno l'impressione di essere in un lunapark. mi mettono allegria, loro, le montagne, il cielo blu.

lunedì 12 ottobre 2009

patate kumpir

ieri una ragazza greca mi ha svelato che le famose patate greche che si mangiano al maledetto pigneto in realtà non sono una specialità greca. cioè, sono una specialità tanto quanto in italia lo sono le patate al cartoccio.

questo mi ha un po' turbata.

molla


i giorni sono come molle. lo so, mi direte, è un concetto che ha già espresso molto meglio un certo einstein, lascia perdere. però è strano aprire gli occhi un lunedì mattina e avercela ben chiara, questa cosa delle molle.

ho inziato il nuovo lavoro da due settimane. giorni come molle compresse. molle pronte a saltare. lavoro tanto, in questa nuova redazione, lavoro senza pause per prendere fiato. finisco tardi, quando ormai è buio. l'ora di cena è scivolata in avanti almeno di 60 minuti.

ma sono contenta. le molle schiacciate possono essere deleterie o salvifiche. per ora a me fanno bene. l'adrenalina mi eccita, il cervello va veloce. mi stanco in un modo che tira fuori il mio meglio. sono più simpatica.

poi ci sono giorni che sono molle a riposo. le ore sono lunghe e si avvitano su se stesse. i ritmi di sonno e veglia si confondono, crolli addomentato la sera presto e nel cuore della notte sei sveglio e agitato. sono giorni lunghi, due che valgono come dieci. giorni di telefilm e libri, di infiniti caffè con gli amici di pomeriggio che tanto nessuno ha niente da fare.

all'inizio i giorni così sono faticosi, sono spesanti. poi, a volte, diventano dolci, quieti. sono giorni di riposo, di pensieri lenti. di un'immobilità che fa bene alle giunture.

giorni da cui ti risvegli, il lunedì mattina, senza bisogno che suoni la sveglia.