mercoledì 29 dicembre 2010

passaporto

finalmente ho il passaporto, con il suo microchip e la mia foto poco credibile. e questo vuol dire solo una cosa: che si parte per davvero. nonostante l'inglese sia totalmente arruginito. but we can do it.

lunedì 27 dicembre 2010

pareri concordi

non è bello se, nel giro di 24 ore, due ex fidanzatini ti dicono «ehi fede, ma sei ingrassata!». non è affatto bello.

lunedì 20 dicembre 2010

dolce-far-niente

a ogni cosa il suo tempo, si dice. io mi sono resa conto di aver imparato ad apprezzare i weekend di dolce-far-niente stasera, per esempio. sulla soglia dei 29 anni, mentre me ne stavo con le gambe nude sotto il piumone colorato a leggere un libro con un titolo che mi fa impazzire (questo bacio vada al mondo intero).

come se la classica domenica universitaria (sveglia a mezzogiorno, colazione col pandoro, pranzo alle 4.30, telefilm, libri, caffè con gli amici, mac, musica), che non ho mai fatto all'università, diventasse accettabile ora. ora che fuori fa un freddo che ti viene solo voglia di stare sotto a una coperta e rimirare lo smalto rosso bordeaux sulle unghie.

e un po' deve essere la reazione ai discorsi dell'altra sera. con noi due a parlare sorprese di amici che fanno cose da grandi (sposarsi, convivere, comprare casa, fare progetti, accendere mutui, fare figli) e vivono in case da grandi. e biba che ci ammonisce: «ma noi siamo grandi». oh, foc.

sabato 18 dicembre 2010

12 mesi in foto

ogni anno, quando ne finisce uno e ne inizia un altro, le agenzie fotografiche mettono insieme le immagini di cronaca che raccontano i dodici mesi passati. è una specie di bigino dei fatti appena accaduti, e io l'adoro.

poi ci fanno mostre (ormai sono addicted a quella del world press photo nelle sale radical chic di 10 corso como), libri, gallery su internet. qui trovate quella di afp (agence france press). un consiglio: aprite ogni mese in una nuova scheda, che al corsera non ci hanno pensato.

mercoledì 15 dicembre 2010

il bisogno del mercoledì mattina

lo so che è mercoledì mattina, lo so che ho appena fatto colazione con una fetta di panettone e latte-caffè, lo so che a momenti sarò alla scrivania della redazione. ma in realtà ho un gran bisogno (più che una voglia, un bisogno) di andare a ballare.

domenica 12 dicembre 2010

addobbi

io, che da sempre mal sopporto le cose natalizie, devo ammetterlo: sono proprio orgogliosa degli addobbi kitsch e del totem di natale. sarà l'ego della piccola padrona di casa che c'è in me.

domenica 5 dicembre 2010

cheesefreddy

mi sono sentita una donna cosmopolita, ieri pomeriggio, a piantare i tulipani di george portati da amsterdam e a mettermi a fare il cheesecake a ritmo di musica.

e oggi la colazione del mattino, con una fetta di torta soffice e coperta di marmellata, è stata un buon inizio di giornata.


cheesefreddy, la ricetta

ingredienti
200 gr di biscotti secchi (tipo petit dell'esselunga)
80 gr di burro
3 uova
100 gr di zucchero di canna
250 gr di mascarpone
350 gr di ricotta
scorza di limone grattuggiata
marmellata (frutti di bosco e simili)
nb. tutto è pesato a caso su una bilancia che non pesa

procedimento
* sminuzzare i biscotti (metodo capuozzo: metterli in uno strofinaccio, chiuderlo e sbattere violentemente contro l'angolo della cucina). far sciogliere il burro, unirlo ai biscotti sminuzzati e mettere il composto in una teglia tonda (se non è una di quelle che si aprono, sotto mettere anche la carta da forno). mettere nel freezer.
* montare i tuorli con lo zucchero e la scorza di limone. aggiungere mascarpone e ricotta, continuare a mescolare.
* montare gli albumi con uno zin di sale, unire al resto. mettere tutto nella teglia. infornare a 170° per 35 minuti. far raffreddare e poi coprire con la marmellata. mettere nel frigo e mangiare a colazione, merenda, cena...

venerdì 3 dicembre 2010

cinque

lavoro oggi, cinque giorni no, due giorni sì, poi è già weekend. continuo a ripetermi nella mente questo santo rosario delle vacanze e, sinceramente, mi sembra un sogno.

giovedì 2 dicembre 2010

parole parole parole

uno pensa: «questa la so», e crede di aver chiuso lì la faccenda. e invece non è vero. finché non trovi le parole, non sai niente.
(diego de silva / mia suocera beve)

le cose, una volta pensate, che bisogno c'è di dirle?
(niccolò ammaniti / io e te)


riguardavo le frasi sottolineate o segnate con una piccola orecchia sugli ultimi due libri che ho letto. mi sono saltate agli occhi queste due. totalmente contraddittorie, sottilmente complementari. spia della mia mania per le parole. non per niente.

lunedì 29 novembre 2010

clarksmania

non credo che qualcuno abbia mai studiato la clarksmania*, anche perché immagino colpisca solo me sulla faccia della terra. e che tradotta sarebbe: fissarsi a guardare qualsiasi ragazzo indossi le clarks, indipendentemente dal suo essere un figo o un cesso. anzi, fissarsi a guardare le sue clarks (con predilizione per quelle marroni).

io non lo so che mi fanno ste scarpe. ma battono pure il fascino senza tempo delle all star.


photo via | flickr

*teoria partorita in metropolitana, sul finire di una giornata impregnata di sonno, accorgendomi di un mio sguardo clarks-diretto.

venerdì 26 novembre 2010

restarci, alle 7.30 del mattino

lo so, non mi sarei dovuta stupire. a milano da giorni non si parlava d'altro che della neve (ormai non ci si chiedeva nemmeno più se sarebbe scesa, ma solo quando e quanto. io, ovviamente, ero scettica).

ma quando alle 7.30 ho guardato fuori dal vetro della finestra e ho visto che nevica, e pure arrabbiato, sono rimasta basita.

venerdì 19 novembre 2010

avvistamento

sono uscita sul balcone in vestito e infradito. così, braccia nude e gambe pure (non chiedetemi perché mi vengano queste idee eschimesi, mentre bevo il cafè). oggi è un venerdì di luce e avevo voglia di vedere l'azzurro del cielo.

ho dato uno sguardo a sinistra, verso piazza del rosario, verso est. poi ho voltato la testa: i miei occhi hanno registrato solo di sfuggita la nube grigia che incombe a ovest e si sono riempiti di meraviglia. là in fondo, dietro ai tetti e ai comignoli che buttano fumo, spuntano le montagne bianchissime di neve, appena rosate dalla luce del mattino.

mercoledì 17 novembre 2010

un sogno chiamato patafix

tutto è pronto. ho i ganci bianchi, quelli di plastica con tre mini-chiodi. e la patafix, la pasta che sembra chewingum e serve ad attaccare le cose ai muri senza distruggerli (in teoria).

tutto è pronto. non vedo l'ora di arrampicarmi in giro per la stanza immacolata ad appendere poster. è tanto che non lo faccio. la vecchia camera era rimasta spoglia. come a dire: "tanto qua sono di passaggio".

così in tre anni ho accumulato immagini da attaccare. riguardandole, mi rendo conto che molte sono regali di persone importanti. o ricordi di viaggio. e so che quando avranno trovato posto sulle pareti, quelle pareti saranno più mie.

(quindi, cari vicini, se mi sentite martellare in piena notte non vi scocciate: qui si fa la rivoluzione, perdinci!)

dio perdona. la banda no.

un cinema. un buffet aggratis. due puntate di romanzo criminale 2 in anteprima. tutto il cast in sala (tutto. ditene uno? libano? c'era. freddo? c'era? bufalo? c'era. eccetera eccetera). il freddo a un metro da me. sono una donna felice. e non stupitevi se nei prossimi giorni avrò uno sguardo intenso, parlerò di feri e machine e indosserò abiti demodé.

(e grazie fay)

domenica 14 novembre 2010

la milano da dormire

il weekend, per definizione, comporta iperattivismo. voglia di fare, di uscire, di ballare, di bere, di ridere, di riempire.

poi ci sono le eccezioni che confermano la regola: sabati e domeniche stanchi, in cui l'aspirazione tua più grande è stare nel lettone 140x200, sotto il piumone-nuvola, spaparanzata in diagonale.


photo via | vi.sualize.us

venerdì 12 novembre 2010

gli alpini

una tazzina di caffè, i biscotti di astengo (quelli che sanno di infanzia ligure, quelli che hanno una forma grezza e sono meravigliosi, quelli che nel tempo ho chiamato tanto alpini quanto marinaretti, così, per par condicio) e fastweb che forse ci sta riconnettendo al mondo. questa sì che è una colazione.

mercoledì 3 novembre 2010

bianco e nero

a un certo punto della mattina, dalle parti imprecisate di bologna, ho aperto gli occhi e ho guardato fuori dal finestrino del freccia rossa. e mi sono chiesta (con un tono di serietà): "ma com'è che il mondo oggi è in bianco e nero?".

(a mia discolpa: ero nella nebbia padana, non avevo gli occhiali e mi ero svegliata alle 5.30)

martedì 19 ottobre 2010

non disturbare


in redazione, spesso e volentieri, srotolo gli auricolari attorcigliati intorno a freddypod e mi isolo nella musica. sento stereomood o consumo gli mp3 dell'ipod. tengo il tempo con un piede e non bado alla confusione inutile intorno.

di solito metto la cuffietta nell'orecchio sinistro. quando proprio non è giornata, passo dalla modalità mono a quella stereo. saluti e baci.

photo via | vi.sualize.us

la prova del body

dopo un anno e mezzo di abbandono, oggi ho ripreso a fare danza. ho notato, osservandomi nello specchio gigante in completo body-leggins, come è cambiato il mio corpo in questi mesi. mi sono detta "sono più morbida" - in realtà intendevo che ho messo su fianchi e culo. ma vabbè. tanto non credo che alla scala stiano aspettando proprio me.

ho anche pensato a quando, tanti anni fa, facevo danza il sabato mattina (devozione alla causa). il mio desiderio ricorrente, il sogno a occhi aperti che facevo mentre bestemmiavo aggrappata alla sbarra, era di veder comparire sulla porta della classe il mio fidanzatino di allora. la cosa era decisamente improbabile, visto che abitava in un'altra città, lavorava e manco sapeva dove fosse la scuola.

però io me lo facevo, il film di lui che entra mentre a me riesce il primo passo sensato della storia della mia carriera di danzatrice. ora, mi sono resa conto, l'unica cosa che spero è che non mi veda proprio nessuno.


photo via | deviant art

domenica 17 ottobre 2010

il copripiumone

stamattina, prima di prendere parte al tipico pranzo familiare della domenica (risotto-con-l'ossobuco, ricordi imbarazzanti e sonnolenza post-abbuffata), ho fatto la brava donnina di casa e ho rivoluzionato il mio letto. ho infilato il piumone caldo e mordibissimo nel suo copripiumone a righe colorate nuovo. ho sbattuto tutto il resto in lavatrice. e sono stata molto orgogliosa.

un piumone che sembra una nuvola, un letto colorato, lo smalto rosso sulle unghie, una domenica pomeriggio di pisoli e chiacchiere, perdere tempo sui blog. è un bel modo per (non) affrontare il freddo grigio che c'è fuori.

sabato 9 ottobre 2010

autunno

l'unico motivo per cui potrei vagamente accettare l'avanzare dell'autunno, è il fatto che posso ricominciare a mettere le canottiere. che io amo tanto quanto odio i reggiseni.

per il resto, evito accuratamente di recepire il messaggio "il freddo sta arrivando" e continuano a non mettere calze e collant. nelle mie ballerine resta uno spicchio di estate.

photo via | we heart it

lunedì 4 ottobre 2010

sassi

mentre camminavo sul bagnasciuga di spotorno (il sole sopra la testa, l'acqua tra le dita dei piedi) mi sono sentita a casa. ho pensato a quanto mi sono familiari i sassi che di solito tutti odiano. sono gli unici sassi che non mi fanno male, a calpestarli. forse la pianta del mio piede ha imparato a riconoscerli.

giovedì 23 settembre 2010

fogli che volano

all'inaugurazione della mostra di doisneau c'era la popolazione radical-chic di milano (che come a milano, secondo me, non la si trova da nessuna parte), una tizia che suonava l'arpa mormorando cantile non comprensibili, la foto del bacio. e questa, la mia preferita.

martedì 21 settembre 2010

la parete rossa

il mac ha preso posto sulla scrivania ikea, montata tassello dopo tassello da me. la casa nuova è casa davvero da una manciata di ore, fatte di cassetti da riempire e dispense da sistemare.

due camere, una cucina, un bagno arancione, un balcone lungo. due pezzi di casa fritto che iniziano una nuova avventura in terra milanese, con tutto quello che di uguale e di diverso ci sarà.


ora quando chiudo e apro gli occhi, vedo la parete rossa di cui sono infinitamente orgogliosa. ricordatevi di farmi i complimenti per lei, quando verrete a trovarmi. e, in ordine, per le altre chicche:

* la vista sui tetti e i tramonti con le montagne
* il balcone lungo lungo
* le porte che ho verniciato io
* il mio lettone con i cassetti
* la cucina stra-rifornita
* il divano ereditato, quando arriverà
* il totem che veglia all'ingresso

lunedì 13 settembre 2010

tutto è casa mia

quando zibba durante il concerto spiega che tutto è casa mia è stata scritta a roma, nei giorni in cui era lì a festeggiare il suo compleanno, bè è bello poter dire "io c'ero". (e a mia sorella ha regalato il foglio col testo buttato giù la notte prima. yeah)

photo via | flickr

domenica 12 settembre 2010

my anklet

ieri ho scoperto che mi piacciono le cavigliere. non le avevo mai considerate, sinceramente. ne avevo una da tempo immemorabile e non la degnavo di uno sguardo. (anzi, la odiavo) ha una piccola stella argentata e ora se ne sta appoggiata sul collo del piede destro.

nella disposizione dei "gioielli" sono inflessibile, chissà perché. braccialetti al polso sinistro, anelli alla mano destra. e ora, lì sotto, una stellina.

domenica 5 settembre 2010

rullo e pennello

ho una media-pittura di due porte in una giornata, della vernice tra i capelli e sono stanca in un modo che non credevo possibile.

ora mi è chiaro perché non faccio l'imbianchino.

photo via | vi.sualize.us

sabato 4 settembre 2010

carta millimetrata

gioco con la carta millimetrata, ritaglio mobili e traccio pareti. gioco a montare la mia casa nuova, a riempirla di oggetti immaginari che prestissimo saranno reali.

ho dubbi ingombranti: colore? letto? divano? tavolo della cucina?

giovedì 2 settembre 2010

let's dance (like a movie)

spietati

noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere lo sai

non ci siamo amati
divertiti
pervertiti
dimenati
spaventati
rovinati
licenziati
lo saprai

(baustelle / gli spietati)

martedì 24 agosto 2010

l'orlo del baratro

quando sarai vecchio come me e i nipotini verranno a chiederti: "cos'hai fatto quando il mondo era sull'orlo del baratro?", tu risponderai che hai sviluppato un motore di ricerca? perché non ce la metti tutta?

(da internazionale 30.7.10,
"il futuro corre sulle strade della california"
di peter haffner per das magazin)

domenica 22 agosto 2010

closed for holiday

dopo una settimana senza computer (ma con mare, sole e mirto), oggi la mia voglia di riaccendere il mac era abbastanza inesistente. e non voglio pensare a domani.

photo via | we heart it

mercoledì 11 agosto 2010

milan monsoon

ok, si è appena messo a diluviare (intendo tempesta in stile tropicale, con cielo nero e gocce grosse come olive) e io dovrei uscire ora per andare al lavoro. porc.

martedì 10 agosto 2010

la notte di san lorenzo

la mia estate spezzatino va avanti. e anzi mi accorgo che siamo già al 10 agosto, san lorenzo. la notte delle stelle.

quando ero un'adolescente problematica e malinconica provavo un sincero terrore davanti alle stelle. non riuscivo a guardarle, mi facevano letteralmente paura. perché mi sentivo piccola e iniziavo a farmi mille paranoie sul cosmo, sul senso della vita, sull'uomo. l'ho detto, ero un'adolescente problematica.

poi ho imparato che la notte di san lorenzo era meglio avere qualcuno da baciare sulla spiaggia, con la bocca impastata di birra e gli occhi di sonno. così ora le stelle non mi fanno più paura. o forse, semplicemente, evito di pensarci. non sono meno problematica, mi sa. solo in po' più distaccata.


photo via | we heart it

martedì 3 agosto 2010

iki, istanbul

due è il numero di istanbul. perché tutto è doppio, mischiato, contraddittorio in questa città che sta a cavallo su due continenti, tra asia e europa. doppia la sua anima, laica e religiosa. doppia la sua natura, tra acqua e terra.

a istanbul ci sono donne in minigonna e donne con il velo. gay che camminano abbracciati e vecchi integralisti che ti sgridano per come stai seduta, con le gambe troppo in vista. ci sono chiese e moschee. e moschee che una volta erano chiese (ho scoperto che le moschee mi piacciono. mi piace l'architettura, mi piace il rituale di togliere le scarpe e coprire il capo. il velo, in un certo senso, ha fascino).

c'è tanto alcol (mangiano bevendo raki, una sorta di sambuca, allungato con acqua) ma l'islam lo vieta. ci sono uomini brutti e donne belle, nonostante il chador lasci vedere solo gli occhi. ci sono quartieri che sembrano i navigli o trastevere e altri in cui vieni guardato male perché hai i polpacci scoperti.

le donne sono coperte dalla testa ai piedi per strada, ma negli hammam si sta completamente nude. ci sono grattacieli e minareti. c'è chi prega nei cortili e chi balla nei locali.

iki, due. per me istanbul si traduce così.

venerdì 23 luglio 2010

bye bye gente

ultimo giorno in redazione. poi farò ciao ciao a tutti con la manina e per una settimana penserò solo a me. le cose da fare prima, tra lavoro e preparativi, sembrano una montagna, viste da qui. ma che ci posso fare, io con la testa sono già a istanbul.

photo via | we heart it

mercoledì 21 luglio 2010

il mio regno per un cono

da ieri ho un nuovo place to love a milano, suggerito dalla collega. la gelateria della musica in via pestalozzi 4, quella che fa angolo con il woodstock su ludovico il moro. buona, buonissima. mi sono un po' innamorata.

vi dico solo che ci sono tre (tre!) tipi di pistacchio. gusti assaggiati ieri: fichi e cioccolato al sale rosa dell'himalaya. cercasi accompagnatori per andare a provarli tutti.

venerdì 16 luglio 2010

got my mind set on you

tardo pomeriggio di un venerdì di luglio. la redazione semi-deserta. le ultime cose da fare (te le fanno scontare, le vacanze). la mente già sintonizzata sul mare del weekend. nelle orecchie parte george harrison: la colonna sonora perfetta per un mojito in spiaggia. giusto giusto a quest'ora.

esercizi di stile

me ne sto nell'aria fresca, immersa nella corrente che dal balcone si infila in casa per poi uscire dalla finestra della stanza di ale. sto seduta nel buio, per ingannare le zanzare (che quest'anno sono troppe, troppe, troppe e pasteggiano con il mio sangue).

ascolto la musica random su steromood, a un certo punto parte una struggente hallelujah cantata da jeff buckley. la schiena mi fa male da impazzire, colpa delle ore alla scrivania, della curva che non cerco di raddrizzare in nessun modo. eppure resto inchiodata al pc, a mettere insieme le idee per la vacanza che mi aspetta.

e intanto, complici i racconti arrivati dall'altra parte dell'oceano, penso a tutto quello che potrebbe essere. alle persone che potrei incrociare. a chi sono io. è un esercizio di stile, vagare con la mente.

lunedì 12 luglio 2010

pizzicarella

nonostante il sudore, un piede in evidente stato di degrado e le gambe che fanno male a due giorni di distanza, la notte di pizzica tarantolata è servita. è servita a ricordarmi che il gene del ballare (muoversi in modo inconsulto, saltellare a ritmo di musica, chiamatelo come vi pare) sta annodato al mio dna.

non che io sia brava, è solo che mi rende felice.

quindi i balli indiavolati a piedi scalzi vanno ad alimentare uno dei tanti propositi per l'anno nuovo che l'entusiasmo estivo porta con sé: riprendere danza (e di conseguenza imparare a dire «io vado, saluti ai lavoratori» quando c'è bisogno di uscire a un orario logico dalla redazione). e magari, trovare una di quelle pazze associazioni/corsi per lanciarmi in spericolati boogie woogie o indemoniate pizziche. esisteranno nella pianura padana?


giovedì 8 luglio 2010

he shot me down

capita di sentirsi dei super-eroi dell'informatica, quando un collega ti dice «fede, ma sei un genio!» solo perché sei stata in grado di fare uno screenshot della home di corriere.it mentre c'era scritto interista a obama anziché intervista a obama (questo l'ha distrutto dalle risate).

certo, al netto del fatto che ti trovi in una redazione in cui aprire un file zip è considerato una specie di miracolo (sentito con le mie orecchie). ora capisci il disappunto sconsolato di un informatico di tua conoscenza quando parlavi di «scatolino dell'internet» intendendo il router.

photo via | vi.sualize.us

mercoledì 7 luglio 2010

il pericolo è il mio mestiere

sul mio osso preferito, la clavicola, quella a sinistra, ora ho una piccola bruciatura. sembra quasi di sigaretta.

è il marchio dell'aiuto-fuochista, la conseguenza di una bella grigliata su un terrazzo che sembra uscito da le fate ignoranti. un pezzettino di carbonella ha pensato bene di schizzare fuori dalla griglia e planare diretto addosso a me. ma il pericolo è il mio mestiere.

oggi interroghiamo...

stanotte ho sognato di essere ancora a scuola. arrivavo in classe a bordo di un gommone, in costume e bagnata (memorie di quando a savona tornavo in redazione zuppa dopo la pausa pranzo in spiaggia?). in ritardo, naturalmente, senza quaderni e penne.

le mie compagne erano le stesse dell'ultimo anno di liceo. e venivo pure interrogata, su una scultura astratta materialmente presente in classe. e, nonostante non avessi minimamente studiato, il freestyle mi salvava. figo internazionale docet.

photo via | we heart it

giovedì 1 luglio 2010

luglio col bene che ti voglio

apro gli occhi, mi chiedo dove accidenti sono (nello studio anziché in camera mia, sfrattata dalla guerra del condizionatore). la stanza è inondata di luce. mi aggrappo al cellulare dietro la mia testa. guardo l'ora, guardo la data.

1/7. all'improvviso, luglio è arrivato. ed è ufficialmente estate.

photo via | we heart it

martedì 29 giugno 2010

lunedì 28 giugno 2010

tappe

la vita di una donna è fatta di piccole grandi tappe. il primo bacio. il primo esame. il primo uomo. il primo ciclo. la prima sbornia. il primo capello bianco. la prima ceretta. il primo impiego.

bè, io oggi sono andata al lavoro con i tacchi per la prima volta nella mia vita. senza nessun motivo. e, quel che conta, sono sopravvissuta.

domenica 27 giugno 2010

play canc forward

play. canc. forward. play. canc. forward. play. canc. forward.

ho passato in rassegna le quasi 600 canzoni dell'ipod. era troppo pieno, non ci stava più nemmeno uno spillo. allora ho fatto le classiche pulizie.

ho cancellato quasi 200 canzoni. sono tante, tantissime. alcune erano finite lì per caso, «inizio a caricarle e poi pian piano le sento». altre avevano ormai due anni e mezzo.

scorrendo la playlist, si sono accesi tanti ricordi. e il cuore, ogni tanto, ha fatto un sordo stump.

ora dovrei mettermi a cercare nuova musica, per colmare il vuoto. solo che in questo momento ho caldo, e non mi va. il vuoto dovrà aspettare.

photo via | ffffound

mercoledì 23 giugno 2010

à la barre

«mi è venuta una malsana idea. stavo pensando che nella casa nuova potrei mettere una sbarra da danza, con lo specchio grande»

«per un momento ho pensato che intendessi il palo da lap dance»

photo via | deviantart

sabato 19 giugno 2010

l'aperitivo del venerdì

ore 17.30, stanza riunioni in redazione. aperitivo con vodka russa e schweppes al limone presa al distributore. ah, il venerdì.

giovedì 17 giugno 2010

altro che vuvuzelas

altro che vuvuzelas. il rumore più insopportabile del 2010 è quello emanato dal cantiere che sta sventrando (e ricostruendo) il palazzo accanto al mio. un ground zero esistenziale che alle 7.30 del mattino attacca con ruspe, martelli pneumatici e compagnia bella.

questo non è affatto sano per la mia psiche già altalenante. considerando poi che (da brava giornalara) io avrei la sveglia alle 8.30. e che quando mi alzo, fuori dalla finestra mi aspetta un giugno che sembra novembre, di pioggia e cielo plumbeo.

domenica 13 giugno 2010

io ho la fede


narra la leggenda che da piccola-piccola, quando capitavo in chiesa al seguito del parentame, mi girassi interrogativa verso mia mamma ogni volta che il prete pronunciava la parola fede. «dov'è la fede?» diceva lui, e io lanciavo uno sguardo stupito della serie «beh, ma sono qua!».

sarà per questo, che la vignetta di altan sull'ultimo espresso è finita attaccata al muro dietro la mia scrivania, in redazione.

martedì 8 giugno 2010

l'estate che si avvicina

* dormire con le finestre aperte
* levare le lenzuola con un calcio
* indossare i sandali
* uscire di casa senza maglia, maglione o giacca
* mettere vestiti che lasciano scoperte le gambe
* la luce fino a tardi la sera
* bere birra quando il sole è ancora alto
* le colonne di san lorenzo
* le ansie per le vacanze
* i gelati

domenica 6 giugno 2010

soffia in cortile

ho l'impressione che pioverà. non ne sono sicura, ma fuori tira un'aria strana, fresca e gonfia. l'aria da temporale. ovatta il cortile, lasciando filtrare rumori quasi impercettibili.

in un certo senso, riassume bene le sensazioni della domenica. perché domenica è un giorno strano. in cui ti stanchi a non fare niente, in cui ti senti un po' solo. la domenica è la coda lunga di troppe sere fuori, di troppe cene saltate, di troppi impegni. il cuore batte irregolare.

io soffro un po' di sindrome della domenica. mi viene l'ansia. e divento instabile, come l'aria da temporale che soffia in cortile.


photo via | behance
(sapete come si intitola la serie a cui appartiene questa foto?
i'm the storm)

candy camera

è nuova. è rosa. è mia.

la mia photo-addiction può ricominciare.

giovedì 3 giugno 2010

col freno a mano tirato


mi chiedo cosa provo. se provo qualcosa o se, al contrario, non sento niente. cosa voglio, se qualcosa voglio. e perché mi pare di vivere col freno a mano tirato, un occhio allo specchietto retrovisore e nessuna idea di dove vada la strada.

photo via | vi.sualize.us

mercoledì 2 giugno 2010

freddy goes to boh

uno degli obiettivi/impegni della giornata: decidere dove andare in vacanza. suggerimenti?

photo via | we heart it

lunedì 31 maggio 2010

maya

maya ha una cascata di riccioli neri, occhi grandi di un colore che è un guazzabuglio di tonalità grigio-verdi e quasi otto mesi. dalle facce che fa (credo di non aver mai visto così tante espressioni buffe concentrate in un unico viso), abbiamo deciso che avrà un futuro da attrice. e da come sgambetta, seguendo il tempo di ogni tipo di musica o rumore, possiamo anche vedercela bene come ballerina.

maya è un ciclone, e ce la aspettavamo proprio così. vive in riva al mare e del mare ha l'energia. vederla crescere, visita dopo visita, dà il senso del nuovo che avanza. riconcilia con l'impressione che sia tutto fermo immobile. e contemporaneamente fa domandare dove si va da qui?

venerdì 28 maggio 2010

una forma di schiavitù

1. Lamentati del tuo lavoro solo dopo essere stato assunto. 2. Non perdere tempo a flirtare con il capo: punta subito al direttore del personale. 3. In chiesa gli stagisti si chiamano chierichetti. 4. Uno stage che dura più di sei mesi è una forma di schiavitù. 5. Se vogliono che lavori sul serio, fatti pagare.

(le regole di internazionale)

giovedì 27 maggio 2010

come jacqueline a capri

che carina la fede. mi sembra sempre audrey hepburn. o jacqueline kennedy in vacanza a capri.

(ah, la mia segretaria di redazione, che donna meravigliosa!)


photo via |
vectroave


martedì 25 maggio 2010

pelle rossa

il mare è freddo. perché è così, il mare del 23 di maggio. freddo. toglie il fiato, come mille punturine che pizzicano pelli troppo bianche. non bisogna credere a chi dice che "una volta che ti abitui non è più tanto freddo". è gelato. ed è questo il bello.

è bello perché il sole è caldo. perché la sabbia è calda. perché i sassolini sotto il telo da mare verde acido sono caldi. e perché il cielo è blu, bluissimo.

non so se 27 ore di mare bastino a tirare il fiato. di certo servono. ridanno la carica. e una volta che le chiazze rosse sui punti improbabili in cui hai dimenticato la crema se ne vanno, ti resta addosso il colore dell'estate.

e ok, devo avere un fissa per i piedi. me li sono riuscita a bruciacchiare, con tanto di segno di ditata chiaro dove ho passato la protezione.


photo via | we heart it

lunedì 17 maggio 2010

good enough

è il principio del buono quanto basta. «è il criterio del sub-ottimo: ok, non è perfetto, ma al momento può bastare; c'è di meglio, ma in fondo si può accettare». l'espresso gli dedica un pezzo (bello e imperfetto, si intitola), partendo dalle tecnologie e allargando a tutto il resto.

gli mp3? il suono non sarà perfettamente nitido, ma che importa, sono comodi. idem skype, anche se cade la linea. o wikipedia, anche se è piena di buchi. o i film visti in streaming. stesso discorso per mcdonald's, i viaggi low cost, i vestiti di h&m. il senso della storia è sempre uguale: non sarà il massimo della vita, but it works.

mi è rimasto impigliato nei pensieri del weekend, questo good enough. mi sono venute in mente tutte le (troppe) volte in cui ho pronunciato le parole - accompagnate da spallucce - «non è l'ideale, ma va bene così». di un contratto, di un lavoro, di una serata, di un taglio di capelli, di un vestito, di una decisione, di una cena. come diceva? chi si accontenta gode (così così).


photo via | vi.sualize.us

sabato 15 maggio 2010

norvegian wood

she asked me to stay and she told me to sit anywhere,
so i looked around and i noticed there wasn't a chair.


martedì 11 maggio 2010

il ballo di san vito

la mia sciarpa rossa a pois bianchi di h&m si presta benissimo ai ritmi tarantolati. io e chiara ridiamo inciampando nei passi della pizzica. ballo e sudo, ed è una sensazione che adoro. il freddo finalmente si scioglie. e mi vengono in mente i miei piedi scalzi sul cemento caldo.

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venerdì 7 maggio 2010

la punta del naso

è tornato il freddo. ho la punta del naso gelata. mi avvolgo nella coperta in più e nei miei pensieri.

martedì 4 maggio 2010

questa lettera si auto-distruggerà tra

forse, quando lo stipendio è così scandalosamente basso, nella busta paga dovrebbero attivare l'opzione "questa lettera si auto-distruggerà tra 3... 2... 1... 0 secondi".

così, quando la sera torni a casa e sono le nove di sera, nulla ti potrà ricordare il fatto che ti sfugge perché tu lo stia facendo.

e perché, invece, tu non stia facendo altro. tipo buttare tutte le carte all'aria, sorridere spaesante e voltare le spalle. con camminata da scena madre in piano sequenza.

photo via | weheartit

lunedì 3 maggio 2010

linate-fiumicino, a/r

* svegliarsi a milano, lavorare a milano, cenare a roma, fare serata a testaccio.

* accorgersi di aver dimenticato i tacchi (me tapina!) e trovare una linuzzi pronta a prestarti i suoi.

* tornare a casa nel bagagliaio di un taxi, addormentarsi mentre fuori l'alba illumina il cielo.

* parlare, parlare, parlare. di aneddoti, di ricordi, di conquiste improbabili, di vacanze, di viaggi.

* abbracciarsi in piazza san giovanni, mentre la musica del primo maggio n.5 riempie gli spazi tra i corpi.

* fare merenda da pompi con il tiramisù alla fragola, perché è l'unico modo per dirsi "a presto" mentre un temporale estivo casca giù.

è strano, ed è bello.

venerdì 30 aprile 2010

bagaglio a mano

scoprire che il limite per il bagaglio a mano di alitalia è di 5 kg ha fatto vacillare la carrie bradshaw che è in me. ma non mi ha impedito di portare i tacchi e il mio gina tricot.

lunedì 26 aprile 2010

respirarsi il cielo


all'improvviso la grandine inizia a battere contro i vetri della torre. la luce si fa livida, l'acqua scende in secchiate scomposte. è il primo acquazzone estivo. il primo dell'anno, il primo della giornata.

mi ritrovo, ore dopo, dopo un intervallo di calma apparente, di nuovo nel vento e nella pioggia, nell'aria tesa e frizzante che fa venire voglia di respirarsi il cielo. i tuoni riempiono i silenzi, io penso all'estate. con le dita intreccio la collana di legno messa oggi per la prima volta dopo l'inverno. profuma di agosto.

photo via | deviantart

lo smalto rosso

è che il lunedì mi confonde. suona la sveglia e mille questioni si impigliano nei capelli confusi. mentre il corpo fa i conti dei danni subiti nel weekend (per esempio, una spalla e il collo bloccati, una caviglia sbucciata), il cervello macina a vuoto cercando di fare il punto.

com'è che siamo già ad aprile e maggio è a un passo? come le abbiamo riempite, le nostre ore? perché lo scorrere del tempo sembra definitivamente ingarbugliato?

e soprattutto, quando ricapiterà di avere le unghie delle mani laccate di smalto rosso per 24 ore? (messo da me, e pure in maniera decente... non so se mi spiego)

domenica 18 aprile 2010

lost in hangar


un hangar è un capannone immenso. pare una cattedrale nuda. quello della bicocca fa doppiamente impressione, perché custodisce queste torri-favelas che si chiamano i 7 palazzi celesti. fanno il loro bell'effetto.

la prima volta ci sono stata a sentire einaudi. la seconda volta ieri, per il party di chiusura di esterni del fuorisalone. lo so, so essere molto milanese.

in un hangar capita di perdersi. io ho perso la mia voce. qualcuno si è perso dietro - emm - curve generose. le immagini (la folla che balla, le luci, il mio look 60s con abito nero e calze rosse) si sono perse nell'assenza di macchine fotografiche (sigh, rip).

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martedì 13 aprile 2010

an education, ovvero delle aspettative

il problema delle aspettative è che sono quasi sempre una fregatura. metti il film an education. lo volevo vedere da tantissimo, sbirciavo ogni volta le tante stelline delle critica, pensavo "ehi, la sceneggiatura è di nick hornby!" e... niente, mi ha un po' delusa.

domenica 11 aprile 2010

tempo di

e finalmente è tempo di ballerine senza calze e sabati pomeriggio al parco sdraiati sul plaid, con un libro e una birra.

giovedì 8 aprile 2010

sei sicuro di voler rimuovere da ipod il brano selezionato?

mi piglia sempre un po' d'ansia quando devo fare le pulizie nell'ipod. perché molte canzoni ce le ho solo lì - o magari no, sono pure sparse nel mac, ma ho l'idea che andranno perdute per sempre, una volta schiacciato canc.


così parto con un criterio scientifico: le ascolto una per una e cancello quelle che non sopporto più, mi dico. alcune canzoni sono lì dentro da quando è nato freddypod, ormai schiaccio >> appena partono. altre ci sono finite per caso, passate da qualcuno (si riconoscono perché hanno il titolo in disordine e non hanno la cover). altre fanno male. altre ancora hanno fatto troppo bene.

i miei buoni propositi, chiaramente, naufragano in un secondo. appena vedo che lo spazio della memoria si è liberato quel che basta, lascio perdere. non sono il tipo che schiacchia canc a cuor leggero.

ora devo solo tentare di fare entrare nei kb sgombri il motivo di tanto trambusto: i nuovi album di zibba, degli africa e dei tarm.

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mercoledì 7 aprile 2010

cocodè

ogni vacanzina in cui si incontrano milano, piemonte e spotorno porta con sé inevitabili tormentoni. parole in libertà ripetute all'infinito.

quella di pasqua 2010, per me, è sgallettata. me l'ha detta la sorella mentre cercavo di riprendermi da un giro di rock'n'roll semi-acrobatico al raindogs (maledetti fishbones!). non ho più i polmoni, per fare queste cose.

da allora è stato tutto uno sgallettare. e stamattina, mentre ritiravo il mio contratto, pensavo che ci può stare, per una che ha appena vinto un cococo*. immediatamente ribattezzato cocodè.


* "sei felice?", mi hanno chiesto. "credo di sì", ho risposto. 12 mesi di stabilità ci vogliono, ogni tanto. credo. ma ho come l'impressione che ci vorrebbero anche altre cose. che a me continuano a sfuggire imperterrite.

photo via | vi.sualize.us


mercoledì 31 marzo 2010

cartoline da stoccolma


1. alle cinque del pomeriggio può scendere una nebbia che al confronto la pianura padana è nulla. fare attenzione: è pur sempre una città costruita sui canali.

2. la primavera qui è un concetto relativo. 4 gradi sono i caraibi, 0 gradi la norma.

3. ci sono passeggini e bambini ovunque. a portarli a spasso, genitori giovanissimi, bellissimi e sportivissimi. molti hanno meno della nostra età (o forse siamo noi che invecchiamo).

4. giacché i giovani sono impegnati con la prole, i più attivi nella movida sono i vecchi. che, giustamente, si sbizzarriscono dopo aver tirato su figli e nipoti. i sessantenni che si baciano/pomiciano per strada non fanno clamore. neanche quelli che si ubriacano nei club provandoci con coetanei. bah, a noi sembra un paese per vecchi.

5. visto che in giro fa freddo, le soste culinarie sono d'obbligo. peccato o per fortuna che a stoccolma si mangi da dio. polpette, salmone affumicato, pie, zuppe, tè, cappuccini da leccarsi i baffi... e soprattutto torte, dolci e cioccolato. una città è ciò che ci si mangia, giustifico io. ovunque l'acqua da bere è gratis: questa è civiltà.

martedì 23 marzo 2010

meno quattro

meno quattro. martedì, mercoledì, giovedì, venerdì. poi sarà l'ennesimo ultimo giorno. mi chiedo se sbaglio. se è solo sfortuna. se l'editoria non mi merita. se la mia capacità innata di non essere mai nel posto giusto al momento giusto prima o poi cambierà.

sono i soliti pensieri, i soliti discorsi. ma stavolta c'è qualcosa di diverso. sono calma, distaccata. quasi assente. meno quattro, penso. e mi viene solo in mente che al quinto giorno sarò su un aereo per la svezia. e voglio credere che significhi qualcosa.

calma, distaccata. quasi assente.

giovedì 18 marzo 2010

mine vaganti

al cinema con una leccese a vedere mine vaganti, il nuovo film di ozpetek. parla dell'incapacità di una famiglia di lecce di accettare l'omosessualità dei figli. bello, divertente, con momenti in cui le risate riempiono il ducale.

e il salento, sullo schermo. e gli sguardi, forse la cosa che mi piace di più.

la leccese: "tutti ridono, ma guarda che noi giù siamo davvero così!"