mercoledì 24 febbraio 2010

antistress

chi l'avrebbe detto. passare una sera a giocare con un bimbo di 17 mesi su di me ha l'effetto di un potente antistress.

lunedì 22 febbraio 2010

le relazioni pericolose


leggo internazionale sdraiata sul letto giallo. un servizio si intitola le relazioni pericolose. racconta di una ricerca fatta in una cittadina americana. il risultato è che gli amici sono contagiosi. nel senso che se i nostri conoscenti ingrassano o fumano o bevono abbiamo ottime possibilità di ingrassare, fumare o bere anche noi. e questo vale sia per le cose positive sia per quelle negative. e vale pure per la felicità. anzi. più amici abbiamo, più è probabile che siamo felici.

mi viene da pensare ai rapporti - non è la prima né l'ultima volta, chiaro. al senso di dipendenza. alla ricerca di autonomia. spesso abbiamo bisogno di circondarci di persone per non sentirci soli. a volte ci fa sentire bene, amati. altre ci fa sentire incapaci di stare in piedi senza un appoggio.

insomma, per me è così. i rapporti mi riempiono di dubbi. mentre leggo, mi scende una lacrima dall'occhio sinistro. ma credo sia a causa della luce puntata in faccia.

photo via| vi.sualize.us

mercoledì 17 febbraio 2010

in dreams

in dreams begin responsibilities
(murakami haruki / kafka sulla spiaggia)

lunedì 15 febbraio 2010

liberamente tratto da

ho sognato di vivere in un ostello (1). o in uno studentato. un posto con le stanze grandi e i bagni in comune, tanto per capirci. lì, una sera, scrivevo un articolo definitivo che spiegava perché, prove scientifiche alla mano, mangiare pesce non fa così bene come si dice (2). tsé. finiva su rep.it e io ero molto orgogliosa.

poi andavo al mare, facevo il bagno e, in accappatoio, parlavo con un tizio per trovare un lavoro (3). "io lavoro per un editore" mi spiegava "che si occupa di enigmistica... hai presente?". sì, ho presente. mi veniva da sbattere la testa contro il muro (però eravamo in spiaggia, quindi niente muri).

allora ne parlavo con mia mamma. e lei mi diceva: "che senso ha, in fondo? a questo punto forse l'unico mestiere che ha veramente una logica è fare il medico (4). se tornassi indietro farei il medico". e io: "anch'io". da notare, io e mia mamma sveniamo alla vista di un taglietto.

quindi stamattina mi sono svegliata con la testa piena di pensieri e con questo sogno sotto il naso. ne ho dedotto, per esempio, che:

1. ho voglia di una casa mia. ora, in questo istante. magari tra due ore sarà passata, ma in questo preciso momento vorrei una casa piccola, piena di cose mie.

2. odio il pesce, l'odore di pesce e chi mangia il pesce.

3. la fine del mio stage si avvicina ed è come ogni volta. dovrò mandare il curriculum in posti di cui non mi importa, dovrò stare attaccata alla mail e al telefono, dovrò macinare milioni di domande nel mio cervello.

4. l'idea di fare il medico deve essere un postumo della serata con biba.

giovedì 11 febbraio 2010

scusa ma

sono io l'unica che ha scoperto solo oggi che protagonisti dei vari scusa ma di moccia sono un quarantenne e una diciottenne? sinceramente questa cosa mi ha turbato.

io: "ma non ti sembra poco educativo che l'idolo delle adolescenti sia un 40enne che si fa una ragazzina e che ora se la vuole sposare?"
la collega: "bè conta che prima se la faceva e basta."

lunedì 8 febbraio 2010

minor swing

ieri ho scoperto, per caso, che quest'anno ci sarebbe stato il centesimo compleanno di django rehinardt. c'era una doppia pagina nel domenicale di repubblica, con vita morte & miracoli del chitarrista manouche. mi sono chiesta "chissà quanti sanno chi sia... forse sarebbe più facile se, aprendo il giornale, si sentisse questa".

io django l'ho conosciuto una notte di giugno di parecchi anni fa. sul molo di spotorno. due chitarre, un contrabbasso, il mare negli occhi, una partenza da festeggiare. io e la sorella rapite, l'orsetto accovacciato nella custodia del contrabbasso.

dopo ci sono stati anni di djangofilia - anzi, djangomania. anni molto swing. dal terzetto sul molo sono nati gli amici di django. la formazione classica era quattro musicisti. noi, le amiche degli amici di django, facevamo le flappers, ballavamo con piume e collane di perle e ridevamo. ridevamo un sacco.

django lo festeggiavamo a maggio, il 16. quando è morto. non so perché non fosse stata scelta la data del compleanno. forse perché a maggio, al mare, si può fare festa all'aperto.

insomma, tempo ne è passato e ora le note di django risuonano più rare. ma mi sa che add si resta a lungo. e quindi, buon compleanno django.

venerdì 5 febbraio 2010

at last

alla fine, ho trovato un minuto per fare un po' di ordine in freddypod. ho cancellato le canzoni che odiavo, a furia di sentirle (anzi, ormai le saltavo dopo due note). ho aggiunto un po' di musica passata da théo, che essendo un figo internazionale sicuramente mi darà soddisfazioni. e poi, ho ripescato dal cappello la grande etta. oh, yeah.

mercoledì 3 febbraio 2010

i guanti rossi


tony è il figlio del kebabbaro/pizzettaro di via savona. ora avrà tre anni. ha gli occhi neri e profondi, lo sguardo vispo. suo papà è un egiziano taciturno. suo mamma ha la mia età, e non lo diresti.

con tony abbiamo passato lunghe serate estive. noi con una birra, lui a tirarci pazzi a furia di giocare. urlava e rideva. una volta mi ha morso un ginocchio. però era tenero.

fatto sta che il freddo dell'inverno tiene lontani da un posto la cui attrattiva è una panchinetta davanti alla vetrina. e così io tony non lo vedevo da un bel po'. oggi l'ho intravisto dal vetro e sono entrata. all'inizio mi ha guardata perplesso. poi mi ha sorriso.

"io ho i guanti neri", mi ha detto. "sono un lupo. e i lupi fanno paura!".

"e io ho i guanti rossi", ho risposto. "ma i guanti rossi non fanno paura a nessuno", mi ha fatto notare. touché.

photo via | flickr