venerdì 30 aprile 2010

bagaglio a mano

scoprire che il limite per il bagaglio a mano di alitalia è di 5 kg ha fatto vacillare la carrie bradshaw che è in me. ma non mi ha impedito di portare i tacchi e il mio gina tricot.

lunedì 26 aprile 2010

respirarsi il cielo


all'improvviso la grandine inizia a battere contro i vetri della torre. la luce si fa livida, l'acqua scende in secchiate scomposte. è il primo acquazzone estivo. il primo dell'anno, il primo della giornata.

mi ritrovo, ore dopo, dopo un intervallo di calma apparente, di nuovo nel vento e nella pioggia, nell'aria tesa e frizzante che fa venire voglia di respirarsi il cielo. i tuoni riempiono i silenzi, io penso all'estate. con le dita intreccio la collana di legno messa oggi per la prima volta dopo l'inverno. profuma di agosto.

photo via | deviantart

lo smalto rosso

è che il lunedì mi confonde. suona la sveglia e mille questioni si impigliano nei capelli confusi. mentre il corpo fa i conti dei danni subiti nel weekend (per esempio, una spalla e il collo bloccati, una caviglia sbucciata), il cervello macina a vuoto cercando di fare il punto.

com'è che siamo già ad aprile e maggio è a un passo? come le abbiamo riempite, le nostre ore? perché lo scorrere del tempo sembra definitivamente ingarbugliato?

e soprattutto, quando ricapiterà di avere le unghie delle mani laccate di smalto rosso per 24 ore? (messo da me, e pure in maniera decente... non so se mi spiego)

domenica 18 aprile 2010

lost in hangar


un hangar è un capannone immenso. pare una cattedrale nuda. quello della bicocca fa doppiamente impressione, perché custodisce queste torri-favelas che si chiamano i 7 palazzi celesti. fanno il loro bell'effetto.

la prima volta ci sono stata a sentire einaudi. la seconda volta ieri, per il party di chiusura di esterni del fuorisalone. lo so, so essere molto milanese.

in un hangar capita di perdersi. io ho perso la mia voce. qualcuno si è perso dietro - emm - curve generose. le immagini (la folla che balla, le luci, il mio look 60s con abito nero e calze rosse) si sono perse nell'assenza di macchine fotografiche (sigh, rip).

photo via | flickr

martedì 13 aprile 2010

an education, ovvero delle aspettative

il problema delle aspettative è che sono quasi sempre una fregatura. metti il film an education. lo volevo vedere da tantissimo, sbirciavo ogni volta le tante stelline delle critica, pensavo "ehi, la sceneggiatura è di nick hornby!" e... niente, mi ha un po' delusa.

domenica 11 aprile 2010

tempo di

e finalmente è tempo di ballerine senza calze e sabati pomeriggio al parco sdraiati sul plaid, con un libro e una birra.

giovedì 8 aprile 2010

sei sicuro di voler rimuovere da ipod il brano selezionato?

mi piglia sempre un po' d'ansia quando devo fare le pulizie nell'ipod. perché molte canzoni ce le ho solo lì - o magari no, sono pure sparse nel mac, ma ho l'idea che andranno perdute per sempre, una volta schiacciato canc.


così parto con un criterio scientifico: le ascolto una per una e cancello quelle che non sopporto più, mi dico. alcune canzoni sono lì dentro da quando è nato freddypod, ormai schiaccio >> appena partono. altre ci sono finite per caso, passate da qualcuno (si riconoscono perché hanno il titolo in disordine e non hanno la cover). altre fanno male. altre ancora hanno fatto troppo bene.

i miei buoni propositi, chiaramente, naufragano in un secondo. appena vedo che lo spazio della memoria si è liberato quel che basta, lascio perdere. non sono il tipo che schiacchia canc a cuor leggero.

ora devo solo tentare di fare entrare nei kb sgombri il motivo di tanto trambusto: i nuovi album di zibba, degli africa e dei tarm.

photo via | vi.sualize.us

mercoledì 7 aprile 2010

cocodè

ogni vacanzina in cui si incontrano milano, piemonte e spotorno porta con sé inevitabili tormentoni. parole in libertà ripetute all'infinito.

quella di pasqua 2010, per me, è sgallettata. me l'ha detta la sorella mentre cercavo di riprendermi da un giro di rock'n'roll semi-acrobatico al raindogs (maledetti fishbones!). non ho più i polmoni, per fare queste cose.

da allora è stato tutto uno sgallettare. e stamattina, mentre ritiravo il mio contratto, pensavo che ci può stare, per una che ha appena vinto un cococo*. immediatamente ribattezzato cocodè.


* "sei felice?", mi hanno chiesto. "credo di sì", ho risposto. 12 mesi di stabilità ci vogliono, ogni tanto. credo. ma ho come l'impressione che ci vorrebbero anche altre cose. che a me continuano a sfuggire imperterrite.

photo via | vi.sualize.us