venerdì 23 luglio 2010

bye bye gente

ultimo giorno in redazione. poi farò ciao ciao a tutti con la manina e per una settimana penserò solo a me. le cose da fare prima, tra lavoro e preparativi, sembrano una montagna, viste da qui. ma che ci posso fare, io con la testa sono già a istanbul.

photo via | we heart it

mercoledì 21 luglio 2010

il mio regno per un cono

da ieri ho un nuovo place to love a milano, suggerito dalla collega. la gelateria della musica in via pestalozzi 4, quella che fa angolo con il woodstock su ludovico il moro. buona, buonissima. mi sono un po' innamorata.

vi dico solo che ci sono tre (tre!) tipi di pistacchio. gusti assaggiati ieri: fichi e cioccolato al sale rosa dell'himalaya. cercasi accompagnatori per andare a provarli tutti.

venerdì 16 luglio 2010

got my mind set on you

tardo pomeriggio di un venerdì di luglio. la redazione semi-deserta. le ultime cose da fare (te le fanno scontare, le vacanze). la mente già sintonizzata sul mare del weekend. nelle orecchie parte george harrison: la colonna sonora perfetta per un mojito in spiaggia. giusto giusto a quest'ora.

esercizi di stile

me ne sto nell'aria fresca, immersa nella corrente che dal balcone si infila in casa per poi uscire dalla finestra della stanza di ale. sto seduta nel buio, per ingannare le zanzare (che quest'anno sono troppe, troppe, troppe e pasteggiano con il mio sangue).

ascolto la musica random su steromood, a un certo punto parte una struggente hallelujah cantata da jeff buckley. la schiena mi fa male da impazzire, colpa delle ore alla scrivania, della curva che non cerco di raddrizzare in nessun modo. eppure resto inchiodata al pc, a mettere insieme le idee per la vacanza che mi aspetta.

e intanto, complici i racconti arrivati dall'altra parte dell'oceano, penso a tutto quello che potrebbe essere. alle persone che potrei incrociare. a chi sono io. è un esercizio di stile, vagare con la mente.

lunedì 12 luglio 2010

pizzicarella

nonostante il sudore, un piede in evidente stato di degrado e le gambe che fanno male a due giorni di distanza, la notte di pizzica tarantolata è servita. è servita a ricordarmi che il gene del ballare (muoversi in modo inconsulto, saltellare a ritmo di musica, chiamatelo come vi pare) sta annodato al mio dna.

non che io sia brava, è solo che mi rende felice.

quindi i balli indiavolati a piedi scalzi vanno ad alimentare uno dei tanti propositi per l'anno nuovo che l'entusiasmo estivo porta con sé: riprendere danza (e di conseguenza imparare a dire «io vado, saluti ai lavoratori» quando c'è bisogno di uscire a un orario logico dalla redazione). e magari, trovare una di quelle pazze associazioni/corsi per lanciarmi in spericolati boogie woogie o indemoniate pizziche. esisteranno nella pianura padana?


giovedì 8 luglio 2010

he shot me down

capita di sentirsi dei super-eroi dell'informatica, quando un collega ti dice «fede, ma sei un genio!» solo perché sei stata in grado di fare uno screenshot della home di corriere.it mentre c'era scritto interista a obama anziché intervista a obama (questo l'ha distrutto dalle risate).

certo, al netto del fatto che ti trovi in una redazione in cui aprire un file zip è considerato una specie di miracolo (sentito con le mie orecchie). ora capisci il disappunto sconsolato di un informatico di tua conoscenza quando parlavi di «scatolino dell'internet» intendendo il router.

photo via | vi.sualize.us

mercoledì 7 luglio 2010

il pericolo è il mio mestiere

sul mio osso preferito, la clavicola, quella a sinistra, ora ho una piccola bruciatura. sembra quasi di sigaretta.

è il marchio dell'aiuto-fuochista, la conseguenza di una bella grigliata su un terrazzo che sembra uscito da le fate ignoranti. un pezzettino di carbonella ha pensato bene di schizzare fuori dalla griglia e planare diretto addosso a me. ma il pericolo è il mio mestiere.

oggi interroghiamo...

stanotte ho sognato di essere ancora a scuola. arrivavo in classe a bordo di un gommone, in costume e bagnata (memorie di quando a savona tornavo in redazione zuppa dopo la pausa pranzo in spiaggia?). in ritardo, naturalmente, senza quaderni e penne.

le mie compagne erano le stesse dell'ultimo anno di liceo. e venivo pure interrogata, su una scultura astratta materialmente presente in classe. e, nonostante non avessi minimamente studiato, il freestyle mi salvava. figo internazionale docet.

photo via | we heart it

giovedì 1 luglio 2010

luglio col bene che ti voglio

apro gli occhi, mi chiedo dove accidenti sono (nello studio anziché in camera mia, sfrattata dalla guerra del condizionatore). la stanza è inondata di luce. mi aggrappo al cellulare dietro la mia testa. guardo l'ora, guardo la data.

1/7. all'improvviso, luglio è arrivato. ed è ufficialmente estate.

photo via | we heart it