domenica 27 febbraio 2011

scopri|mi

ho preso forbici e scotch. i ritagli ammonticchiati. i biglietti da visita buttati lì. la moleskine di milano vinta non ricordo più bene dove. e mi sono messa a fare il collage che avevo in mente da tempo, da quando sono tornata a milano. ormai alcuni anni, parecchi mesi e infiniti giorni fa.

ho appiccicato le schede e le descrizioni di ristoranti, bar, locali, enoteche, aperitivi, posti per ballare, per bere, per ascoltare la musica. quelli che quando leggi il trafiletto pensi «deve essere carino! voglio andarci una volta!» e poi te lo dimentichi (lo stesso succede con i film da vedere e le canzoni da scaricare).


così, ogni volta che non saprò dove andare, mi ispirerò infilando il naso nella moleskine. e mi obbligherò a scoprire un posto che non conosco, un angolo di questa città che ignoro, un luogo che altrimenti mi sarei persa. perché ho bisogno, di questo.

(e così ieri sera ho obbligato tutti a seguirmi allo spazio aurora a rozzano. e se dico che stamattina avevo male alle gambe per quanto ho ballato, potete credermi)

mercoledì 23 febbraio 2011

lavando i piatti

dopo cena, dopo le chiacchiere, dopo la piadina con il crudo tagliato sottile dell'esselunga. dopo il bianco delle langhe, la malvasia, il porto. il pacs se ne sta a fumare una sigaretta, sullo stipite della portafinestra. l'ospite settimanale mette musica sul mac. io fisso gli occhi nel lavandino e lavo i piatti. e non c'è scena più bella, che sia più casa di così.

domenica 20 febbraio 2011

un prato di fiori di carta

portami a colazione da tiffany
fammi sentire un bambino
di fronte a un giocattolo
portami via
fede, ho ritrovato fede
seduta sopra un prato
di fiori di carta
bruciando le sue scuse
(sikitikis / tiffany)

photo via | vi.sualize.us

misteri musicali

grazie a due serate gaie di fila, ho imparato che t'appartengo di ambra (sì, quella che cantava a 16 anni a non è la rai) può essere inaspettatamente considerata una grande hit della musica della nostra generazione. o anche no.

mercoledì 16 febbraio 2011

bevine ancora un po'

- che cosa c'è nel vino, harry?
- che vuoi dire?
- perché riesce sempre a guarirci?
- il vino è fatto per glorificare gli dei. e offuscare gli idioti. tieni, bevine ancora un po'.
(questo bacio vada al mondo intero / colum mccann)

photo via | we heart it

martedì 15 febbraio 2011

in unison

and we exhale
and we roll our eyes
and we do these things in unison
(los campesinos)

domenica 13 febbraio 2011

femmina penso

femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano

(da la ballata delle donne di edoardo sanguineti, letta da ottavia piccolo in piazza castello alla manifestazione delle donne. su queste parole, la sua voce si è incrinata per la commozione. mi sa che questo, insieme all'intervento di franca rame, sarà quello che mi ricorderò di più di questo pomeriggio. oltre alla convinzione che fosse importante essere lì)

martedì 8 febbraio 2011

fecciarossa

il mio vicino di treno avrà 50 anni. ha gli occhiali da sole, un piumino blu plasticoso, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica bianche stile bambino truzzo di 12 anni. dorme e mi tira gomitate scomposte.

ogni tanto il suo cellulare squilla svegliandolo. la suoneria che tuona a palla nel frecciarossa addormentato è una canzone gggiovane da discotecaro. lui risponde balbettando mozzichi di parole in una lingua incomprensibile/campana.

direi che è quello che, se ho imparato qualcosa dalla mia esperienza salernitana, si può definire mao mao - gente tamarra, arricchita, pacchiana e maleducata, scegliete voi in che ordine.

ma soprattutto, questo orrendo esemplare d'uomo russa. russa in un modo assurdo, intermittente. tipo grugnito di maiale. tutto il vagone si gira a guardarlo (guardarci).

allora io mi isolo nell'ipod. e mentre il cielo blu di roma lascia il posto a un improvviso banco di nebbia fitto fitto, dietro gli occhiali da sole si impastano sonno, pensieri, ricordi. e saluti, quasi definitivi, alla casa in cui io sono diventata io. noi siamo diventate noi.

domenica 6 febbraio 2011

navi in bottiglia

ho appena scoperto che gabriele romagnoli, uno dei miei giornalisti preferiti, è diventato direttore di gq (il resto del mondo lo sapeva già da un tot, ma io ero a NY perdinci!). il che significa, quasi matematicamente, che non scriverà più. e che io non potrò più provare, sfogliando repubblica, il piacere di pensare «ora mi leggo romagnoli». attaccare a scorrere le righe e lasciarmi trasportare dalle parole.

sob.

giovedì 3 febbraio 2011

tombini fumanti

stamattina fumavano i tombini, dal freddo che faceva. come nei film girati a new york. io mi stringevo nelle spalle, auricolari sotto i paraorecchi, e pensavo: «passerà. deve passare. non può essere inverno per sempre».

poi mi si è spalancata davanti piazza del duomo, in una luce rosa-chiaro-azzurro molto bebè. assonnata e frizzante insieme nell'aria della mattina*. e mi è venuto da pensare che la primavera poi arriva. e presto sarà tempo di sere fuori e giacche leggere.

photo via | we heart it

* e non sto parlando dell'alba, eh, ma delle 9. cioè quando la nebbia decide che è ora di andare a farsi un giro.