martedì 31 luglio 2012

primi baci

a stare sdraiati in spiaggia, a lasciare vagare la mente tra il caldo e il dormiveglia, capita di fare percorsi strani. qualche tempo fa, nel torpore del sole di luglio, mi sono incagliata nei primi baci. che - si dice - non si scordano mai. vero. 

una volta ero piccolissima, in una stradina di montagna. e lui, che pure era piccolissimo, mi ha detto: «ti è piaciuto? a me moltissimo». 

una volta era capodanno e sotto c'erano i sud sound system, e un'amicizia si trasformava in qualcosa di molto più complicato. 

una volta ero in un pub, e mi sono trovata a piangere in bagno (e se il buongiorno si vede dal mattino...). 

una volta era finita la scuola ed ero sul gradino del portone di casa. 

una volta tornavo da san lorenzo nei posti dietro della macchina di chi neanche conoscevo, e una nuca mi ha fatta capitolare. 

una volta ero avvolta da nubi dolciastre, a piazza bologna. 

una volta ero al tavolino di un bar, con molta tristezza e molto alcol. 

una volta avevo un casco in testa, ed è stato talmente inaspettato da liberarmi.

una volta ero alla darsena, con i navigli al tramonto negli occhi. 

una volta guardavo fotografie, seduta sul pavimento di casa mia. 

(e niente, ho scoperto che la maggior parte delle volte ero leggermente stonata... sarà normale?)

domenica 15 luglio 2012

un foglio bianco

venerdì sera ho impacchettato tre anni di redazione dentro una grande borsa di cotone bianca. ho pulito il desktop del mac, ho fatto una pila ordinata di fogli e appunti sulla scrivania, ho svuotato i cassetti. 

ho salutato il grande palazzo che dovrebbe sembrare un codice a barre e me ne sono andata, nella luce bella che hanno le sere estive a ora di cena. 

ci sono abituata, a salutare le redazioni. e questo poi è un arrivederci, non un addio. «au revoir, ci si vede in autunno». io intanto vado in vacanza in un'altra redazione, in un altro palazzo. a vedere che significa, passare due mesi dove si fanno giornali da 120 anni. 

ci sono abituata, a iniziare nuove avventure lavorative. non sono emozionata, non sono preoccupata. sono tranquilla.

anche se è una sensazione strana, quella di essere un foglio bianco. di essere completamente svuotata, mentre fuori tira un vento buono e milano sembra mare. e la voglia di acqua salata, spiaggia e occhi socchiusi dal sole si fa spazio in un qualche angolo sotto lo sterno.


lunedì 9 luglio 2012

saudade

stamattina alle 6.22 mi hanno svegliata i gabbiani. ho aperto gli occhi e dal lucernario della mansarda entrava la luce brillante e piena delle giornate terse al mare. 

tre ore più tardi stavo entrando nella metropolitana a milano, dopo un viaggio in auto semiaddormentata di cui non ho coscienza. e davanti ai tornelli mi è venuta una botta di ansia, una specie di attacco di mal di vivere cittadino. ho pensato al discorso di amico che è scappato da lisbona per tornare sull'oceano, alla domenica passata in mezzo al verde tra le vigne, al cibo mangiato con le mani e ai bicchieri scambiati, ai piedi nella sabbia, alle jam session improvvisate, ai caruggi di notte, alla pennichelle in amaca. 

mi è preso un groppo alla gola e una malinconia strana. dietro gli occhiali da sole è scesa una lacrima, che non ho potuto (o voluto) fermare. come si dirà saudade, in ligure?