venerdì 3 maggio 2013

sono la mia schiena

sembro tarantolata, sul sedile del treno. mi divincolo, mi muovo, mi sposto. maledico le poltrone smart di italo - ma so che è nella mia schiena il problema. nelle sue curve, nelle storture, negli scricchiolii.

sarà che ho appena finito di leggere storia di un corpo di pennac, ma sono molto sensibile ai lamenti del mio, di corpo. mi dimeno cercando di simulare compostezza. invidio gli altri viaggiatori, fermi con eleganza in un'unica posizione.

costole, collo, vertebre, bacino, colonna, anche, coccige. io muovo tutto. riempio la cassa toracica d'aria per tenderla, ruoto la spina dorsale per sbloccarla, allungo la schiena per stirarla.

dall'esterno devo sembrare un bambino iperattivo, di quelli che non stanno mai fermi. sposto le mie ossa, la mia borsa, i miei giornali. cambio posizione. io sono la mia schiena.