giovedì 28 giugno 2007

pedalando nella notte

è bello, proprio bello andare in bici di notte. inforcare strip-bike e lanciarsi in strade poco conosciute, illuminate dalla luce gialla dai lampioni. aria fresca, l'ombra sull'asfalto.

e, in barba a ogni regola del codice della strada, permettersi pure il lusso della musica nelle orecchie e di fare foto.

che poi c'è sempre un qualche mezzo di trasporto più strano del tuo.

(per la serie: come incassare i colpi)

mercoledì 27 giugno 2007

je suis carrie

con la patty si finisce sempre a parlare di rapporti. sessuali nel 90 per cento dei casi, umani nel resto. attività molto pericolosa per la psiche ma anche utile per tirare fuori certi ragionamenti, certi blocchi.

così anche oggi, con una beck's in mano in piazza, dopo aver stabilito che
1. i miei ormoni sono morti
2. l'uomo non è fatto per stare da solo
3. "dovresti tentare il tutto per tutto" (questa in realtà è una sua idea)

siamo giunte a una conclusione: che per quanto facciamo - tutti - gli indipendenti, siamo in continua ricerca di altro. persone amori amici lavori sesso potere alcol. tutto, pur di non stare da soli.

qui allora sorge un quesito alla carrie bradshaw ("come sei bello" - dissi in un pomeriggio milanese a un amico, mentre portavo con me i segni di una sbornia epica. "come sei sempre più carrie" - mi rispose lui): siamo forse dipendenti dalle dipendenze?

lunedì 25 giugno 2007

(trovo molto interessante) la mia parte intollerante

mi stupisco della mia insofferenza verso tutto. nei giorni di altalena tra bassi e medio-bassi, mi sento una corda tesa sul punto di scattare. sto nel mondo come un elefante in una cristalleria, e non mi importa. ho la testa troppo piena.

dormo così non penso. domenica di mare a santa marinella, domenica di stordimento tra veglia e sonno, tra caldo e mare. domenica di quelle che fai fatica a capire quando sono iniziate e quando sono finite. stabilimento old style, gli ombrelloni spaiati, fotografia di un'italia che dal boom degli anni 50 non sembra cambiata poi molto. domenica vintage?

poi arriva il lunedì e mi accorgo di funzionare al contrario. il lunedì è adrenalina, e mi basta rimettere piede allo stage per recuperare sorriso ed energia.

voglio dire: sono dipendente dal lavoro. questo è preoccupante.

a proposito, la mia teoria delle tre s (estate a savona, a salerno e a segrate) si è rivelata sbagliata. sto a roma, almeno fino al 31 agosto. da donna pavida quale sono, non mi spiace come prospettiva. niente salti nelle novità, un'estate di rassicuranti ore nel palazzo di vetri che fa da guscio.

e dunque, se nei prossimi mesi qualcuno passa di qua rotolando verso sud o risalendo verso nord, o se vuole farsi un giro nella capitale...

sabato 23 giugno 2007

crepe

forse me lo aspettavo, forse no. lo schianto è arrivato, di nuovo.

forse è persino più duro perché esplode dopo settimane in cui le mie maratone di stage mi avevano infuso una parvenza di equilibrio.

è arrivato, e per un po' di giorni starò così. con una gran voglia di stare in silenzio. con gli occhi che sembrano dilatarsi.

mercoledì 20 giugno 2007

la mia droga

due ore di sonno, eppure mi smazzo le otto di speciale maturità con eleganza (nonostante significhi riaccendere l'odiato msn)... e domani da capo.

i forum degli studenti fan spisciare dal ridere (in realtà sono pure inquietanti e preoccupanti... una generazione di pazzi e intrallazzoni).

poi il corpo cede, mi invade una fiacchezza che ubriaca. la mia droga è la stanchezza, il mio corpo va per conto suo, divento pure un po' dislessica. senza contare la metropolitana e i suoi 50 gradi di umidità umana...

dunque, stasera a nanna presto.

dentro marilyn

e dunque.


copriti bene se ti senti fredda, hai la pressione bassa nell'anima.
forse fa un po' male, ma tutto fa un po' male.
lasciami leccare l'adrenalina, voglio ascoltare la mia alternativa e la mia alternativa è la scossa più forte che ho.
cambia rotta cambia stile, scopri l'anno bisestile, è volgare il tuo annaspare sai. squarciafavole t'illudi come notte fra le nubi.
milano non è la verità.
io non tremo. è solo un po' di me che se ne va.

resta il fatto poi che i brividi alla schiena e agli occhi vengono con
dici che i tuoi fiori si sono rovinati non hai abilità
questa nazione è brutta ti fa sentire asciutta senza volontà
e gioca a fare dio manipolando il tuo dna
così se vuoi cambiare invece resti uguale per l'eternità
ma non c'è niente che sia per sempre
perciò se è da un po' che stai così male
il tuo diploma in fallimento è una laurea per reagire
puoi finger bene ma so che hai fame
tutto è efficacia e razionalità niente può stupire
e non è certo il tempo quello che ti invecchia
e ti fa morire ma tu rifiuti di ascoltare ogni segnale che ti può cambiare
perché ti fa paura quello che succederà se poi ti senti uguale

ma soprattutto
ho questa foto di pura gioia è di un bambino con la sua pistola
che spara dritto davanti a sé a quello che non c'è
ho perso il gusto, non ha sapore quest'alito di angelo che mi lecca il cuore
ma credo di camminare dritto sull'acqua e su quello che non c'è
arriva l'alba o forse no a volte ciò che sembra alba non è
ma so che so camminare dritto sull'acqua e su quello che non c'è
rivuoi la scelta, rivuoi il controllo rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
la chiave della felicità è la disobbedienza in sé a quello che non c'è
perciò io maledico il modo in cui sono fatto il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco
il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è
curo le foglie, saranno forti se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
ma questo è camminare alto sull'acqua e su quello che non c'è
ed ecco arriva l'alba so che è qui per me meraviglioso come a volte ciò che sembra non è
fottendosi da se, fottendomi da me per quello che non c'è

gli appunti mentali degli afterhours alle terme di caracalla restituiscono questo. assieme all'immagine di una coccinella che mi ha attraversato la strada andando. tornando invece l'aria dalla grata del metrò mi ha alzato la gonna... come marilyn.

confermato inoltre l'assioma per cui davanti a me nei concerti c'è sempre uno alto o una coppia che si bacia (forse perché tutti sono più alti di me o tutti sono in coppia - certo io le coppie le sto odiando).

bello trovare tre persone ad ascoltarti anche in piena notte. bello risentire l'atmosfera di casa fritto. bella la giornata di stage.

resta la domanda da un milione di dollari fissa nella testa. poi certo, mettersi a scrivere ora avendo la sveglia alle 6.45 non denota sanità, ma tanto poco cambia.

lunedì 18 giugno 2007

nuvole rapide

Se fosse facile fare così, poterti dire già quello che so
Farebbe freddo in un attimo che passerà.
Su tutto ciò che ora parla di noi:
rabbia, illusioni e speranze che so,
Detonazioni di un attimo che passerà.
E rimarrà forse il vuoto di noi a disarmare i rimpianti che so
Per ricordarci in un attimo che passerà.
Sugli edifici e sui cieli di noi, sulle stagioni e sui nostri perché
Nuvole rapide, e un attimo che passerà.

Piogge sul cuore, sezioni di un attimo,
Flusso, derive, parole: Tutto si perderà.

Se fosse facile fare così poterti dire già quello che so
Farebbe freddo in un attimo che passerà.
Su tutto ciò che ora resta di noi, sulle parole e sui gesti che so,
Frantumazioni di un attimo che passerà.
E rimarrà forse il vuoto di noi a disarmare i rimpianti che so
Per ricordarci in un attimo che passerà.

Flusso, derive, parole.

Se fosse facile fare così poterti dire già quello che so
Farebbe freddo in un attimo che passerà.
Su questi anni e sul cielo di noi, sulle ragioni dei nostri perché
Nuvole in corsa in un attimo che passerà.
E rimarrà forse il vuoto di noi a disarmare i rimpianti che so
Per ricordarci in un attimo che passerà.

Flusso, derive, parole.

Sugli edifici e sui cieli di noi, sulle stagioni e sui nostri perché
Nuvole rapide e un attimo che domani passerà.
(subsonica)

riavvolgendo

finisce il weekend con la pelle rossa di sole, la pizza vera napule nella pancia, sonno ma riposo.

riavvolgendo c'è stato un pride (il primo - e già che, c'è da leggere serra) di risate e passi, carri e musiche, gente nuda e gente tranquilla. come in carnevale di protesta, tra piume di struzzo e tacchi... strano osservarlo, strano camminarci in mezzo. allegria e improbabilità. un cuore di carta velina bianca lanciato come coriandolo da un sound system volteggia e si infila nella fessura dell'apertura della borsa. mi stupisco, sorrido e penso ad american beauty o forrest gump.

notte a ostia, finalmente di nuovo le stelle e il mare, onde lunghe così diverse da quelle liguri, balli e citronelle.

e a ostia sarà anche giorno, una spavalda domenica di mare dopo poche ore di sonno a casa. sole che picchia, bagno, pisolino sotto i raggi che mi fa del colore che sono. pensavo a tutti i mari e le spiagge che ci sono stati, ma forse è normale.

il sole mi ha riempita, riempita di energie, e ora si posa sugli occhi, mi dice che è quasi ora di dormire. ben finito weekend.

sabato 16 giugno 2007

buongiorno di oggi

Etero pride
In anticipo di ventiquattr'ore sul Gay Pride, si è svolta ieri a Roma la giornata nazionale dell'orgoglio eterosessuale. A differenza dell'altro raduno, nel quale sfilano personaggi di ogni tipo, l'iscrizione all'Etero Pride obbediva a requisiti molto precisi. Non bastava provare un'inclinazione verso persone di sesso diverso. Era indispensabile aver dimostrato di possedere le qualità che fanno di un uomo e di una donna un vero uomo e una vera donna.

Essere degli individui che nel rapporto di coppia sanno mantenere la parola data, conservano una coerenza assoluta fra le promesse verbali e i comportamenti concreti, rinunciano ad approfittare dell'amore altrui quando sanno in cuor loro di non poterlo contraccambiare con intensità analoga, evitano di disperdersi in doppie e triple vite cumulando storie multiple per l'incapacità di chiuderne qualcuna, rinunciano a sposarsi solo per abitudine o per sfuggire la solitudine, non considerano il fare figli un sistema per risolvere i problemi coniugali, non illudono, non millantano, non scappano, non perdono tempo dietro amori impossibili e platealmente sbagliati, sanno scovare nuovi stimoli anche quando l'innamoramento è finito, capiscono, ascoltano, talvolta perdonano ma sempre rispettano: se stesse e chi le ama.

Vi starete chiedendo come mai i telegiornali di ieri non abbiano mostrato le immagini dell'Etero Pride e i giornali di oggi lo ignorino così sfrontatamente. Credo dipenda dal fatto che non c’era nessuno.
(massimo gramellini)

venerdì 15 giugno 2007

dolce vita

imboccare piazza navona arrivando da campo de' fiori. tre di notte, rare persone. attraversarla da lato corto a lato corto, a passo lento ( questo per colpa dell'andatura di lu).

luce gialla di lampioni sui sampietrini, sensazione di toccare la bellezza.

la prospettiva della piazza che si allunga davanti agli occhi... basta un attimo per sentire che non la si può non amare. per capire come roma si sia presa un pezzo di me.

giovedì 14 giugno 2007

un'estate fa

le mie ore di sonno (in compagnia di una zanzara assassina) sono state: 3.10-5.30, 5.50-8.20. in mezzo la partenza di sara.

forse ha ragione lei, sul fatto che non riusciamo a capire quello che abbiamo di bello e non ci accontentiamo.

però vedere che tutti gli altri hanno (ancora) quello che era anche tuo, che è stato costruito insieme a te e che invece ti è stato tolto, forse è normale che faccia questo effetto. qualche lacrima nervosa di fine serata, il freddo che penetra dentro in una notte semi-estiva. (e se a questo si aggiunge vederlo di nuovo con i capelli corti...)

mercoledì 13 giugno 2007

fate l'amore, non fate la guerra

fare lo stage ha il pregio di aver accesso in tempo reale a chicche come

1) gli usa negli anni novanta hanno ipotizzato di creare una gay-bomb, un ordigno ormonale da sganciare sugli eserciti nemici obbligando i soldati ad assecondare il loro impulso a fare l'amore e non la guerra. altra idea, bombe che causano flatulenze e alito cattivo.

2) un ubriaco ha sbagliato strada ed è finito già dalla scalinata di trinità dei monti. in auto.

3) il senatore selva (quello che ha chiamato l'ambulanza per andare a la7) ha detto che non se ne pente, che ha "sentito questa necessità" e che in fondo uno dei suoi doveri di senatore è incontrare la stampa.

fare lo stage significa anche ore sospese che filano lente e veloci, in cui essenzialmente stai bene. significa svegliarsi presto per il turno dell'alba. significa guardare con occhi un po' stupiti questo palazzo di vetri, nella luce del mattino, e vederlo così freddo eppure così familiare.

significa anche che il mio fascino ha già convinto un altro stagista che uno dei capi "ha una predilezione per te"... eh eh eh, invidiosi maschi...

martedì 12 giugno 2007

peso specifico

oggi pomeriggio ho realizzato che i sentimenti hanno pesi specifici diversi. che sul petto si appoggiano in modo differente. e che la rabbia mi rende strana.

quindi, oggi pomeriggio ero arrabbiata. me lo sentivo un po' sopra lo sterno e dentro gli occhi.

mi passavano i verdena nelle orecchie - sto bene se non torni mai - e mi dicevo vabbè. e un po' ci credevo.

buongiorno di oggi

L'ora di George
I No Global sono proprio fermi all'età della pietra. I soliti slogan antiamericani, le solite baruffe con la polizia. Cose viste e straviste, che a Bush non hanno provocato il minimo grattacapo. Gli albanesi, invece. Autentici geni imparentati con Totò, hanno accolto il Presidente neanche fosse il Messia, in un turbinio di baci e abbracci. Ma appena Bush è riuscito a divincolarsi, dal suo polso era misteriosamente scomparso l'orologio. Mica tanto misteriosamente: nelle immagini si vede un polpastrello prensile staccarsi dalla boscaglia di mani adoranti per sfilare il cinturino presidenziale con tocco lieve da pianista. Bush non si è accorto di nulla, ma d'altronde non guarda l'ora da quando diede ordine di bombardare l'Iraq: lì per lui il tempo si è fermato. Più incredibile che non se ne siano accorti gli uomini dell'agile scorta, circa 850 emuli dell'ispettore Clouseau, uno più sveglio dell'altro, ma tutti assai meno del più torpido degli albanesi.

Si ignorano le conseguenze diplomatiche dell'attentato, il più grave mai subito all'estero da un Presidente americano. La proposta della Cia - requisire per rappresaglia l'orologio di ghisa situato in cima al campanile del duomo di Tirana - è stata respinta dopo lunghe riflessioni da Bush con la motivazione che non avrebbe saputo come legarselo al polso. Gli agenti Fbi stanno battendo tutte le piste, anche che l'orologio scomparso sia stato regalato per sbaglio a Bush da Berlusconi. Il quale potrebbe aver incaricato qualche suo collaboratore albanese di recuperarlo, allo scopo di farne dono a un amico velista nella bufera. Un certo Massimo, che da tempo non vede l'ora.
(massimo gramellini)

domenica 10 giugno 2007

aria

aria. vento fresco che entra dalle finestra, lasciando fuori il caldo afoso. tapparella abbassata a metà, luce d'estate.


ci sono volute tre dosi massicce di novalgina, qualche mezz'ora di sonno agitato, una tazza grande (e senza manico) di caffè. piano piano, le 24 ore di corpo che non risponde e di mondo che gira davanti agli occhi sono svanite. piano piano, insieme al mal di testa, insieme all'incapacità di pensare.

tornare al circolo degli artisti e scoprirlo enorme, aperto, pieno di gente. scoprire che si può tornare, basta respirare con calma e avere qualcuno accanto per ridere e guardare. scoprire di non aver paura della folla, ma di avere ancora la capacità di lasciarsi abbracciare dalla sua presenza.

aria. vento fresco. domenica morbida, e occhi che sorridono.

sabato 9 giugno 2007

odio il weekend

e questo è certo.



presa male

mal di testa. occhi stanchi. sonno diffuso. i programmi spavaldi del venerdì sera implodono su se stessi. torniamo a casa all'ora in cui non molto tempo fa la serata sarebbe stata appena all'inizio.

odio quando le mie ragazze sono sotto esame.

san lorenzo è piena. gente ovunque. ci entro con strip-bike e ho un po' di panico. poi vedere tante facce mi esalta. credo. ma in realtà quando me ne pedalo via so che sotto pelle si è diffusa una sensazione di ansia, tanta troppa gente intorno eppure la gente che potrebbe/dovrebbe essere accanto a me...

presa male. e basta.

venerdì 8 giugno 2007

"sto guarendo"

ieri, durante una serata a casa fritto ft. la patty in pura deriva sex and the city (frase del giorno: ma lui aveva detto che voleva vedermi per parlare!), ale mi diceva che due amici le hanno raccontato che si stanno riprendendo dalla loro depressione sentimentale grazie ai blog che hanno aperto. "sto guarendo", le hanno detto.

è un fatto strano, vero, sicuramente, ma che fa pensare. e per quanto ogni mezzo sia lecito per tentare di rimettersi in piedi (ultimamente vedo solo gente che cade), è significativo che i classici rimedi (uscite con gli amici, ubriacature, chiodo-scaccia-chiodo ecc) non bastino. si sente il bisogno di parole, per mettere nero su bianco il buco che si ha nel petto. ma il nostro mondo non parla: e allora, non parole faccia a faccia, ma parole mediate da una tastiera.

non siamo capaci di affrontare il dolore. è un tabù, non se ne deve parlare e non bisogna inquinare facciate di divertimento con occhi tristi.
sono stati infranti più o meno tutti i tabù, ma quello del dolore resta.

allora si cerca uno sfogo nella tastiera, per parlarne o anche per non parlarne. uno sfogo salutare. virtuale, ma che diventa più reale di molti altri che vanno tenuti dentro.

(detto questo, il mio caso è un po' diverso)

mercoledì 6 giugno 2007

terapie

1. stare impegnata ore. ore ore e ore. davanti a un pc, davanti alle agenzie. cervello occupato ma anche alleggerito. lo stage che ci voleva, con qualche però, ma ci voleva.
2. scrivere. qui. scrivere in una forma che per forza di cose mette dei limiti (di spazio, di pena). a volte c'è un gran bisogno di limiti.
3. musica nelle orecchie. alta. mossa. e di conseguenza
4. camminare come se si scivolasse in una colonna sonora. schiena dritta, testa alta. passo lungo e morbido. sguardo che non ha paura di guardare. anche questo fa, parecchio.
5. la birra che mi verso. gli occhi piccoli.

bentornato, cinismo.

funzioni primarie

ieri ero appoggiata sul fondo di un vagone della metro. ho riempito il lettore mp3 di musica per il quotidiano viaggio casa-stage. c'è dentro di tutto, un miscuglio senza senso apparente ma che risponde a regole ben precise.

quando hai gli auricolari nelle orecchie, in certi momenti un brivido si arrampica su per il collo, alla base dei capelli, ed è un brivido strano - sensuale, quasi - che mi fa sorridere.

a un certo punto parte una canzone che non sentivo da tanto - ok, è pure un po' trash. funzioni primarie dei velvet. e improvvisamente nell'aria umida e satura di odori sotterranei della metro mi è tornato in mente il viaggio verso gallipoli, la macchina del ballero con i finestrini da abbassare tutti contemporaneamente per non morire di caldo, lui e paul davanti e io e diè dietro, la radio che ripeteva in loop sempre le stesse canzoni dell'estate (canzoni che io dal mio piccolo mondo di novità spotornesi non conoscevo affatto).

funzioni primarie mi ricorda questo. mi fa venire in mente diè, soprattutto, l'uomo-sarabanda che aveva il compito di aggiornarmi su tutte le novità trash. certo che una vacanza così mi manca. davvero.

il secondo giorno è stato più duro. è finito con un mal di testa che avevo dimenticato, con gli occhi doloranti. e in casa non c'era nemmeno novalgina. poi una serata di teatro e di risate mi ha rimessa in sesto.

l'amaca di ieri

Per conquistare le prime pagine basta tracciare una scritta gaglioffa sopra il muro della casa dove abitava un uomo inerme, assassinato da una cosca politica. Basta fare fracasso in duecento davanti a un carcere, per festeggiare la medesima cosca. Basta, in poche decine, sfruttare un corteo di migliaia e trasformarlo in un incendio. Basta interrompere un convegno gridando, basta sdraiarsi su una ferrovia, basta incendiare un cumulo di immondizie. Basta essere in pochi, spesso pochissimi, per rubare la scena al resto del mondo, ai silenziosi, agli incerti, ai confusi, agli ugualmente incazzati però gentili d'animo, a chi progetta nell'ombra cose migliori, a chi lavora e tace, a chi lotta ma non è narciso, a chi legge, pensa e discute ma non considera indispensabile urlare il suo comizio all'intero genere umano. A chi si vergogna di essere protagonista a qualunque costo, compresi i costi che si fanno pagare agli altri.

Dalla scena della società di massa stanno sparendo le masse. Fanatici, estremisti, mosche cocchiere, guru dinamitardi, isterici della fede, vanitosi di ogni risma le stanno estromettendo giorno dopo giorno. L'organizzazione della politica, la sua incisività, la sua forza di rappresentanza vacillano. Nei momenti peggiori (che sono tanti) si dispera che qualcuno riesca a riorganizzare gli inermi, a ridare voce ai normali.
(michele serra)

martedì 5 giugno 2007

nove ore e mezzo

prime nove ore e mezzo di stage. anche se non si è trattato di un vero primo giorno, ma piuttosto di un secondo primo giorno. dopo quasi un anno, sono tornata. ottavo piano.


sorrido. la sensazione è di felicità. mi pare di ritrovare una casa, anche se so che la cosa è molto più complicata. e anche se so che è una questione di gentilezza ed educazione, è bello essere accolti con abbracci ed entusiasmo e bentornata. mi fa bene. così come mi fa bene sentirmi utile, tenermi occupata per un intero giorno. imparare e sapere che in un anno sono cambiata. oggi mi scoprivo a guardare le dita correre sulla tastiera e un po' mi stupivo.

certo non so come uscirò da tre mesi di bologna-garbatella-colombo-garbatella-bologna. con tramonto sul gazometro. oggi ho cercato nel fondo dello sterno il mio respiro, l'ho cercato nell'adrenalina del secondo primo giorno, e ce l'ho fatta a trovarlo. domani farò lo stesso. mp3 ficcato nelle orecchie, musica nuova che arriva dal regalo natalizio di fabio.

domenica 3 giugno 2007

la portinaia

la portinaia è il potere forte del condominio. noi l'abbiamo sfidata l'altro giorno scaricando sotto al suo naso casse di birra ("che c'è una festa in programma?") e lei si è vendicata.

apparendo all'una di notte, la casa piena, in vestaglia. dicendo che non ben definiti vicini si erano lamentati (noi non abbiamo vicini) e che lo stesso aveva fatto "la gente che passa in strada". poi se no chiamano i carabinieri, io vi ho voluto avvisare ecc ecc.

morale, il festino di casa fritto è stato spostato nel dehors. in piazza davanti alle poste, insomma. maledetta portinaia, pioveva pure.

questo ha tuttavia preservato la casa dalla distruzione. c'è odore di sangria ma i muri sono ancora in piedi. l'unico mistero è la scomparsa della calamita degli amici di django dal frigo.

le altre dormono, immerse nei postumi. che io oggi - per qualche strano motivo - non accuso per nulla. meglio.

sabato 2 giugno 2007

storia di te

leggetelo. la recensione di concita de gregorio sull'almanacco era abbastanza chiara: non so spiegarvi fino in fondo perché, ma leggetelo.

e io il giorno dopo ce l'avevo tra le mani. storia di te di julie myerson. copertina bruttina, davvero poco attraente.


ho iniziato a leggere ed è stato un dolore. nelle prime pagine trovavo pezzi di me. non era il momento. ho dato tempo al tempo, ho rimandato. in mezzo ci sono stati due libri.

poi rieccoci uno di fronte all'altra.

è un romanzo strano. brutto, forse. scritto non molto bene. saltano i verbi e le coordinazioni. smielato, scontato in alcune parti. confuso in altre. visionario ma con una qualità che ricorda un po' troppo un telefilm.

eppure.

eppure l'ho bevuto, veloce. mi ha toccata anche là dove non avrei pensato. perché dentro ci sono tante, troppe coincidenze. rimandi a me. parole che avrei potuto pronunciare o scrivere io, perché mi descrivono o descrivono parti di me. assenze che pesano come presenze, rimpianti, rapporti. o anche gesti piccoli, minimi.

si può piangere mentre si legge di un orgasmo?
si può.

mi è venuto in mente che un altro libro aveva avuto un effetto simile. non ti muovere della mazzantini. lo odiavo, non mi piaceva, eppure mi possedeva. non mi lasciava libera.
spotorno, un paio di estati fa. ho un'immagine di me sul lettino, in spiaggia, il sole che scende, e a qualche metro da me ci sono due gabbiani, grossi, quasi minacciosi. e io non riesco a non leggere, e li guardo con la coda dell'occhio. e poi un altro ricordo, una notte al porto di finale, uno scoglio su cui sedersi, il mare.

ho finito storia di te poco fa. ho fatto la doccia. mi fa male lo sterno. il cuore batte con un ritmo irregolare. mi sento svuotata.

ed è una sensazione strana, dolce e dolorosa. e tra un'ora casa fritto verrà invasa dalla festa di primavera - altrimenti detta scendo-già-scopata-party.

e io non so dov'è la mia testa.

lo gnomo, la rabbia

ore lente, opprimenti.
minuti che sembrano non scorrere.
secondi che girano su se stessi.
questi giorni di nullafacenza rendono tutto molto difficile. molto più difficile.

ieri avevo nelle orecchie gli africa unite.

perciò cerco tensione, non ho più nulla da perdere
ma so che sotto pressione, do il meglio e meglio sto

e poi mi sono resa conto di provare una gran rabbia. di essere parecchio arrabbiata, e non credevo. davvero non credevo.


alla fine ieri sono uscita con la lina, tardi, senza una vera meta, ma altrimenti sarei impazzita. fino alle tre in un pub trash in stile medievale a parlare di tutto davanti a una birra buona ma cara, la chouffe, che ha come logo uno gnomo.

"voglio la birra con lo gnomo", ho detto al tizio al bancone.


ora formatterò questo computer che dà i numeri. aspettando che si accendesse (in fondo ci ha messo solo un'ora), ho fatto colazione con un bicchiere di caffè e latte freddi. mi fa venire in mente salerno. è lì che ho scoperto che mi piace iniziare i giorni estivi (o quasi) così. poi ho chiesto una mano alla fedele novalgina.