sabato 31 maggio 2008

temporale

e mentre freddypod suona riprendersi berlino, cominciano a cadere gocce grosse, pesanti. gocce che riempiono di punti scuri i vestiti. gocce che si infilano nel collo della maglia-pigiama, scivolando sull'odiata gobbetta. gocce che arricciano i capelli da pecora.

e ti viene da sorridere e da lasciarti bagnare, nella luce del tardo pomeriggio, mentre l'aria si riempie dell'odore di temporale. lo stesso identico odore che ha l'estate.

mercoledì 28 maggio 2008

praticante

dato che come me non pratica nessuno, stasera c'è da festeggiare un contratto.

e anche il cielo incolore di milano, e anche il caldo appiccicosiccio, e anche il sonno perenne mi sembrano solo sintomi dell'estate.

venerdì 23 maggio 2008

palpebre

non avrei mai detto che qualcosa di così piccolo e sottile potesse pesare così incredibilmente tanto.

martedì 20 maggio 2008

come una mano, o come un fiore

e poi mi è venuto in mente un pensiero diverso da tutti gli altri. era più vicino, e più forte. non so da dove è arrivato, o cosa voleva dire, se mi piaceva o no. si è aperto come una mano, o come un fiore.

(jonathan safran foer - molto forte, incredibilmente vicino)

mercoledì 14 maggio 2008

misteri

che poi io mi chiedo: perché tutte quando escono dal parrucchiere sono delle strafighe e io sembro (nella migliore delle ipotesi) un funghetto, un cane o un bambino?

e il tutto spendendo l'equivalente di una cena messicana, daiquiri frozen alla fragola compreso.

certo, poi c'è chi sembra una cow-girl, con la piega appena fatta. ma questo non cambia le cose.

martedì 13 maggio 2008

i milanesi ammazzano (il sabato)

da qualche giorno nelle orecchie ci sono gli afterhours. prima in punta di piedi, da digerire. ora come una colonna sonora continua. con parole e suoni che riportano alla mente mille schegge di passato, l'aeroporto di valencia, il tora tora, il primo concerto al villaggio globale, persone ed estati.

oggi mi parlano di berlino, di domani, di carne, di rapporti, di segreti. di me, piccola iena. in un modo che conosco e che entra dentro e che è sempre un po' diverso.

martedì 6 maggio 2008

la chiusura

sarà stato il sole caldo alle sei del pomeriggio, le ballerine senza calze. l'ombra di me e della mia testa riccia sull'asfalto.

fatto sta che oggi ho capito cosa mi fa venire in mente chiudere un numero: la fine della scuola. quella sensazione di eccitazione e svuotamento, di soddisfazione e stanchezza. di vacanza che arriva.

già ti metti a pensare cosa farai dopo, come riempirai i giorni, cosa succederà, cosa sarà diverso dalla volta prima. ma per un lungo momento sei solo sollevato, libero. punto.

così mi sono seduta su una panchina del parco, tra i pollini in tempesta, ho letto il giornale e ascoltato musica.

giovedì 1 maggio 2008

raitre

in macchina - la mente sovrappensiero - leggo un messaggio in arrivo dalla piazza romana piena di gente e musica e loro. gli occhi si fanno sottilmente liquidi, il cuore si scioglie. sarebbe stato il quarto anno di fila, ognuno diversamente bello. invece sono 600 km.

e salgo a casa, accendo raitre e so esattamente che sul palco ci sono i baustelle. lo so, e basta.

così sto con le palpebre spalancate sullo schermo, a scrutare teste sapendo che lì in mezzo c'è chi non posso che adorare questo tuo profondo.

primo maggio (su, coraggio)

giustamente, da lavoratrice precaria e stagista in scadenza, con secondo e terzo lavoro (manco retribuito... ah, la gloria!), il primo maggio lo festeggio lavorando.

e vabè. quando sarò ricco e famosa avrò tanti concerti in piazza san giovanni da godermi (certo, magari sarò una vecchia decrepita, ma resterò molto rock'n'roll).