venerdì 5 luglio 2013

voglio vivere in amaca

ho deciso dove passerò la gran parte delle mie notti d'estate. sull'amaca montata sul balcone, attaccata in qualche modo alla ringhiera, proprio davanti alla finestra del pacs. 

l'ho capito eri sera mentre scivolavo nel torpore, il libro di paolo giordano il corpo umano appena finito accanto alle ginocchia, il cuscino di colazione da tiffany dietro alla testa, il corpo abbracciato dal guscio di tessuto a fiori, l'odore dolciastro dello zampirone. 


sono diventata amaca-maniaca: non so perché. forse perché mi ricorda lo sciabordio del mare contro lo scafo della barca. forse perché sembra una coccola. forse perché mi fa pensare al terrazzo romano della sorella.

la mia, di amaca, arriva dalla sicilia. è fatta artigianalmente da una mia amica - ed è bellissima. sta benissimo nel balcone lungo e stretto come una pista da bowling, che io e il pacs abbiamo riempito di fiori e vasi in un pomeriggio di pazzia e bricolage da leroy merlin. 

seguire l'evoluzione delle piante dell'ottavo piano è la mania #2 dell'estate. le annaffiamo, le curiamo, le osserviamo come piccoli piero angela, ne discutiamo, andiamo a caccia dei predatori che potrebbero infastidirle. 

ecco perché ieri, quando ho visto la copertina del new yorker, ho pensato: acc, questa sono io.