lunedì 29 novembre 2010

clarksmania

non credo che qualcuno abbia mai studiato la clarksmania*, anche perché immagino colpisca solo me sulla faccia della terra. e che tradotta sarebbe: fissarsi a guardare qualsiasi ragazzo indossi le clarks, indipendentemente dal suo essere un figo o un cesso. anzi, fissarsi a guardare le sue clarks (con predilizione per quelle marroni).

io non lo so che mi fanno ste scarpe. ma battono pure il fascino senza tempo delle all star.


photo via | flickr

*teoria partorita in metropolitana, sul finire di una giornata impregnata di sonno, accorgendomi di un mio sguardo clarks-diretto.

venerdì 26 novembre 2010

restarci, alle 7.30 del mattino

lo so, non mi sarei dovuta stupire. a milano da giorni non si parlava d'altro che della neve (ormai non ci si chiedeva nemmeno più se sarebbe scesa, ma solo quando e quanto. io, ovviamente, ero scettica).

ma quando alle 7.30 ho guardato fuori dal vetro della finestra e ho visto che nevica, e pure arrabbiato, sono rimasta basita.

venerdì 19 novembre 2010

avvistamento

sono uscita sul balcone in vestito e infradito. così, braccia nude e gambe pure (non chiedetemi perché mi vengano queste idee eschimesi, mentre bevo il cafè). oggi è un venerdì di luce e avevo voglia di vedere l'azzurro del cielo.

ho dato uno sguardo a sinistra, verso piazza del rosario, verso est. poi ho voltato la testa: i miei occhi hanno registrato solo di sfuggita la nube grigia che incombe a ovest e si sono riempiti di meraviglia. là in fondo, dietro ai tetti e ai comignoli che buttano fumo, spuntano le montagne bianchissime di neve, appena rosate dalla luce del mattino.

mercoledì 17 novembre 2010

un sogno chiamato patafix

tutto è pronto. ho i ganci bianchi, quelli di plastica con tre mini-chiodi. e la patafix, la pasta che sembra chewingum e serve ad attaccare le cose ai muri senza distruggerli (in teoria).

tutto è pronto. non vedo l'ora di arrampicarmi in giro per la stanza immacolata ad appendere poster. è tanto che non lo faccio. la vecchia camera era rimasta spoglia. come a dire: "tanto qua sono di passaggio".

così in tre anni ho accumulato immagini da attaccare. riguardandole, mi rendo conto che molte sono regali di persone importanti. o ricordi di viaggio. e so che quando avranno trovato posto sulle pareti, quelle pareti saranno più mie.

(quindi, cari vicini, se mi sentite martellare in piena notte non vi scocciate: qui si fa la rivoluzione, perdinci!)

dio perdona. la banda no.

un cinema. un buffet aggratis. due puntate di romanzo criminale 2 in anteprima. tutto il cast in sala (tutto. ditene uno? libano? c'era. freddo? c'era? bufalo? c'era. eccetera eccetera). il freddo a un metro da me. sono una donna felice. e non stupitevi se nei prossimi giorni avrò uno sguardo intenso, parlerò di feri e machine e indosserò abiti demodé.

(e grazie fay)

domenica 14 novembre 2010

la milano da dormire

il weekend, per definizione, comporta iperattivismo. voglia di fare, di uscire, di ballare, di bere, di ridere, di riempire.

poi ci sono le eccezioni che confermano la regola: sabati e domeniche stanchi, in cui l'aspirazione tua più grande è stare nel lettone 140x200, sotto il piumone-nuvola, spaparanzata in diagonale.


photo via | vi.sualize.us

venerdì 12 novembre 2010

gli alpini

una tazzina di caffè, i biscotti di astengo (quelli che sanno di infanzia ligure, quelli che hanno una forma grezza e sono meravigliosi, quelli che nel tempo ho chiamato tanto alpini quanto marinaretti, così, per par condicio) e fastweb che forse ci sta riconnettendo al mondo. questa sì che è una colazione.

mercoledì 3 novembre 2010

bianco e nero

a un certo punto della mattina, dalle parti imprecisate di bologna, ho aperto gli occhi e ho guardato fuori dal finestrino del freccia rossa. e mi sono chiesta (con un tono di serietà): "ma com'è che il mondo oggi è in bianco e nero?".

(a mia discolpa: ero nella nebbia padana, non avevo gli occhiali e mi ero svegliata alle 5.30)