lunedì 31 dicembre 2012

buoni propositi e prime volte

ieri, leggendo l'editoriale di internazionale sui buoni propositi per il 2013, ho cercato di ricordarmi vagamente quali fossero i miei per lo scorso anno, il 2012. ho scartabellato nella mente, e non me ne sono ricordata neanche uno (ne avevo? chi può dirlo). 

ho pensato però a un buon proposito valido per tutte le stagioni, copyright dell'amico fabiac: imparare a fare cose nuove. e ho scoperto che, in fondo, il 2012 è stato un anno pieno di prime volte.

corso san gottardo, milano
nel 2012 ho compiuto 30 anni. ho fatto l'esame da giornalista. ho ordinato piatti di pesce. ho dato le dimissioni. ho fatto un viaggio da sola. ho lavorato al corriere della sera. ho imparato a ballare lindy hop. ho tentato di coprire i capelli bianchi. ho iniziato a usare twitter, instagram, l'iphone e l'ipad. mi hanno rubato la bici. ho dormito in un trullo. sono stata in danimarca.

è stato un anno strano, è stato un anno pieno, è stato un anno sospeso. un anno di pancia, di emozioni, di danze. e per il 2013, l'unica cosa che posso augurarmi è che mi regali tante altre prime volte.

giovedì 13 dicembre 2012

trastevere blues

«e roma? quand'è che torni a roma?». il mio amico davide vive tra barcellona e berlino. sei mesi di qua, sei mesi di là, inseguendo le stagioni. gira mezzo mondo per lavoro e ogni tanto torna a milano. non ha ancora ben chiaro dove sia casa per lui. ma ha un'idea ben precisa di dove lo sia per me.

capita quando ci vediamo, o quando ci scriviamo. «non hai in programma di tornare a roma?», mi chiede. «dovresti farlo: ami quella città, ti appartiene. sono sicuro che prima o poi ci tornerai», mi scrive.

a me ogni volta vibra il cuore. sono cinque anni che me ne sono andata dalla capitale, inseguendo un lavoro e la sicurezza di una rete antica di amici. ho sofferto tornando a milano, poi ci ho fatto l'abitudine e mi sono adattata.

eppure. eppure domenica scorsa camminavo a trastevere, nell'aria gelata e sotto un cielo blu da togliere il fiato. camminavo e mi pareva di bermeli con gli occhi i vicoli, le case, le terrazze. le piazze, inondate di luce, i ristoranti con i turisti seduti all'aperto nonostante il freddo, gli angoli nascosti. 


trastevere al di qua e al di là di viale trastevere, da una parte negozi e locali, dall'altra case silenziose. quando sono andata a vivere a roma, di trastevere non capivo niente. era un dedalo in cui mi perdevo ogni volta. ora no, ora ci scivolo dentro come se fosse casa, sfiorando immagini e ricordi.

(«ci compreremo una casa a trastevere», ci dicevamo, prima che il mio cuore si spezzasse.)

così, mentre il freddo mi bruciava le dite e la luce picchiava contro gli occhiali da sole, ho pensato a davide. «e roma? quand'è che torni a roma?». già: quando?