giovedì 3 novembre 2011

sapessi com'è strano, mangiare una gricia a milano

in questi anni, ho evitato con invidiabile nonchalance di entrare in qualsiasi ristorante romano (o sedicente tale) a milano. posso citare i più disparati motivi (una cucina ha senso d'essere solo nel suo luogo d'origine, figurati in questo fighettume come t'agghindano una bettola, ma ti pare che betto e mary o il quagliaro servirebbero mai dei bauscia ecc ecc), ma la vera verità è una.

non ne potevo più di pasta alla gricia, amatriciana & co. quando sei a roma, rischi l'overdose. il 98% dei posti per mangiare fuori fanno cucina tipica de' roma. alla fine, ti ritrovi a sognare il sushi anche se odi il pesce.

e comunque, dato che si cresce e si superano i tabù e blablabla, per festeggiare i 30 di una psico-gourmet come me, mi sono trovata proprio in un posto che si auto-etichetta come brasserie romana*.

certo, di romano ha poco e niente, a parte il menù, visto che è carino come una bomboniera. ma quando mi sono resa conto che sotto le nostre chiacchiere stava suonando la colonna sonora del favoloso mondo di amelie (quanto l'ho amata), ho fissato la grossa foto b/w di trinità dei monti e mi sono sentita a casa.


[* del posto vi dico che si chiama num semm chi ed è sui navigli accanto a porta genova. il cibo è buono - per me polpette di melanzane e burrata, ma niente gricia. il locale è bianchissimo e molto carino. anche se ha inquietanti camini extra-moderni che non c'entrano molto col resto e prezzi che a roma ci mangi in quattro. ma che ci vogliamo fare, milan l'è un gran milan]
 

2 commenti:

nena ha detto...

la colonna sonora parigina l'ho notata anch'io, cara la mia romanaccia nel cuore.
e comunque bando alle carinerie, domani ci aspetta un pranzo super-ruspante ;-)

fe ha detto...

bè, ruspante lo è stato di certo...