lunedì 8 dicembre 2008

lo specchio

appoggiato alla parete di fronte al letto, ora c'è uno specchio. alto e stretto. con il bordo nero. appoggiato, non appeso o attaccato, alla piccola parete bianca. bianca come tutte le altre. che niente deve essere fissato.

comunque c'è questo specchio. io adoro gli specchi. sono donna e sono (una mancata) ballerina. e questo basta a spiegare. così ogni mattina mi siedo sulla sponda del letto e guardo la mia immagine sfocata nello specchio. senza occhiali è solo una macchia di colori. ma io mi ci riconosco.

mi viene in mente la locandina di lost in translation. non che ci assomigli granché, a bill murray in vestaglia e pantofole. certo, sono in pigiama e ho i capelli insensati. però mi viene in mente quella.

poi mi vesto, e ogni tanto lo faccio guardandomi nello specchio. infilo biancheria un po' carina solo perché fa sentire meglio, sapere di averla sotto i jeans. maglietta, calze e maglione. e resto a guardarmi un po' nello specchio. la pelle chiara e i vestiti. i brividi di freddo e il copriletto. a chiedermi se io sono gli slip di pizzo o le scarpe da ginnastica.

- ma lei l'ama?
lucas apre la porta: - non conosco il significato di questa parola. nessuno lo conosce. non mi aspettavo questo tipo di domanda da parte sua, peter.
- eppure, questo tipo di domanda le verrà fatto spesso nel corso della sua vita. e talvolta sarà costretto a rispondere.
(agota kristof / trilogia della città di k)

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