lo capisco, il bisogno di mettere punti.
.punti che chiudano, e che si possa andare a capo.
:due punti che riaprano le cose e che diano una spiegazione.
;punti e virgola, per prendere fiato e vedere che fare.
i
...puntini di sospensione, bè quelli sono vigliacchi, sono il gioco più facile. ma non possono chiudere un libro, per dire, o un discorso. sospendono, mica chiudono.
ci possono stare pure i
!punti esclamativi, di quelli che si esce di casa sbattendo la porta o che si salta nelle braccia dell'altro, senza mezze misure. i
?punti di domanda, invece, quelli sono i più ovvi. sono un'attesa di una risposta.
quindi, dicevo, lo capisco, il senso dei punti. però sono incapace - patologicamente incapace - di metterli. sono più il tipo da trattini, da "per inciso". da virgole, magari.
i punti li metto solo a frasi brevi, perché quelle lunghe le odio. mi trovo spesso a discutere con gli uomini, sulle frasi lunghe. con uomini diversissimi tra loro. dicono che le frasi lunghe sono vera scrittura, quelle corte sono facili scappatoie.
piove.
mi guarda.
un attimo.io ci penso e mi chiedo se non sia proprio per questo che le amo, le frasi brevi. perché non impegnano a mettere a fuoco il piano generale. non si ingarbugliano. e sono leggermente criptiche. e ogni volta che in fondo ci metti un punto, è ovvio che non sia un punto che chiude. forse neanche un punto che apre. di certo un punto a cui segue qualcosa. una
liaison.
e poi, di quel che sta prima del punto, io non riesco a dimenticarmi.