martedì 20 marzo 2012

e fu amore e fu rivoluzione

prima che il concerto cominciasse, avevo avvertito i miei due compagni di serata, calabrisello uno, campana l'altra, retaggi della vita romana: «guardate che i concerti a milano sono strani, la gente sembra sempre un filo catatonica, non si scalda. non so perché, ma è così: a roma è tutto diverso». 

e invece mannarino decide di smentirmi dalla prima canzone, tirando giù il teatro dal verme pieno zeppo che salta, canta e limona. ed è bellissimo lasciarsi trascinare da lui, con il suo modo di fare tra il timido e il goffo. e sentirlo quasi balbettare «è la milano più bella che abbia mai visto». 


e alla fine a me e al pacs viene pure voglia di pizzica, a sentire scetate vajò. e a me viene voglia di sorridere, attraversando il centro in motorino alle due di notte. a ripensare a tutte le cose che mi aspettano di nuovo, ora che l'esame è archiviato.

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