sabato 6 ottobre 2012

«e com'è viaggiare da sola?»

«e com'è viaggiare da sola?». me l'hanno chiesto in tanti, durante il giro in andalusia e al ritorno (prima che partissi, invece, il commento era più «oddio! parti da sola!»). 

com'è? è bello, viaggiare da sola. è strano, all'inizio. soprattutto per una persona che parla tanto. il silenzio diventa la normalità, al punto che quando ci si ascolta parlare (col cameriere, con la tizia dell'ostello) capita quasi di agistarsi un po'. a me capitava, a sevilla. quando era il momento di cercare di aprire bocca per esprimermi nel mio italo-spagnolo, pensavo: «sono ore che non parlo». 

la cosa bella è che non si sente alcun bisogno di riempire quel silenzio. l'ipod è rimasto sempre in borsa, tranne che nei lunghi viaggi in bus. 

poi la modalità «in solitaria» diventa quotidiana. si conoscono persone, proprio perché non si ha più l'urgenza di farlo. si attacca a parlare con tutti. si sorride di più. l'orecchio si allena a passare da una lingua all'altra. 

e stando con gli altri, per un minuto o per un giorno, per una cena o una visita della città, si scopre molto di sé. qual è la prima impressione che si trasmette, come ci si offre agli altri. è come tirare fuori un concentrato di sé, a disposizione di chi ha poco tempo per conoscerci. e il bello, di solito, che quel concentrato è tutto il meglio che abbiamo. 

la mia paura, prima di partire, erano i momenti vuoti. era di incastrarmi in pensieri poco positivi, di trovarmi con la testa piena e il cuore pesante, senza nessuno con cui condividere le emozioni. bè, i pensieri bui sono rimasti ben lontani dall'andalusia (tranne qualche fugace incubo notturno, ma che ci possiamo fare, è l'inconscio). 

e poi ho scoperto che non mi mancava una compagnia in generale. mi mancavano le singole persone, quelle a cui voglio bene, nei singoli momenti. davanti a un paesaggio, a una tapas o a una musica, avrei voluto avere accanto uno specifico amico, una specifica amica. e questo, mi vien da pensare, significa che ovunque andiamo ci portiamo dietro chi abbiamo nel cuore.

(davanti all'oceano, tarifa)

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