giovedì 28 marzo 2013

le mie mani nelle tue mani

valeria ha le dita sottili e parla a voce bassa. è piccola e magra come me, avrà la mia età, forse un po' meno. la guardo come si guarderebbe un alchimista, mentre taglia un foglio di plastica e lo modella con l'acqua calda. mi riempie di sorpresa immaginare che diventerà un tutore per il mio polso.

mi chiede che lavoro faccio. la giornalista, rispondo. mi chiede dove, glielo dico. «so che è un brutto momento per voi, conosco una persona che ci lavora». annuisco. «ma tu sei assunta?». no, ho un contratto precario, le spiego.

valeria avvicina il viso e sussurra con un filo di voce: «anch'io, scade tra una settimana».

via | weheartit
restiamo in silenzio. accanto a me, una fisioterapista cura con dolcezza una ragazza con le dita mezze distrutte. distolgo lo sguardo dai punti, avverto la vertigine.

valeria continua il suo lavoro con calma e attenzione, come se un tutore per un polso nemmeno troppo mal messo fosse la cosa più importante del mondo. penso alla mia amica dottoressa neo-specializzata. 

ascolto i discorsi delle ragazze in divisa blu e bianca. sono discorsi importanti. sembrano stanche. mi chiedo che senso abbia che le loro mani siano mani precarie.

valeria finisce. la ringrazio per quanto ha fatto e le auguro in bocca al lupo per il suo lavoro. «anche a te». crepi, crepi il lupo. 

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