giovedì 14 agosto 2008

è un paese per vecchi*

il portogallo ci accoglie (me e la sorella) con un cielo azzurro che sembra non aver fine e un vento fresco (freddo?) che in un istante rimpiazza i 40 gradi di valencia.

porto ci dà il benvenuto con un sali scendi di stradine e di vicoli, con i vecchi sfaccendati che borbottano e guardano ale, con il fiume douro che separa la ribeira (il centro) dalla zona delle caves, delle cantine di porto.

camminiamo felici e stanche, tendendo l'orecchio a questa lingua di cui non si capisce nulla e in cui ci esprimiamo con un mix italo-inglese-spagnolo. tanto, dopo i giorni di valencia con la montà che conta, il vocabolario è ridotto a modi di dire incomprensibili ai più e a versi.

i cinque giorni valenciani, in otto tra danze notturne e spiaggia, tra risse e paella, sono volati. divertenti come ogni volta, stancanti come non dovrebbe essere una vacanza. io registro uno smarrimento di occhiali da sole un attimo dopo aver messo piede in città, un tentativo di uso di lenti a contatto (per la serie: aboliamo i nostri tabù) e una mezza insolazione. incidenti di percorso che non mi fermano.

ora ci aspettano coimbra, tomar, nazaré e poi lisbona.

(*ma la birra costa 1 euro)

1 commento:

Anonimo ha detto...

stamattina ho fatto colazione con due chitarristi che sono partiti stasera e domani saranno in portogallo. l'europa è piccola e qui fuori nel giardino c'è il silenzio più grosso di tutti.
è da un'ora e mezza che è iniziato ferragosto e io non ne voglio sapere. no no. sono pavido.