domenica 15 giugno 2008

la finestra nel mare

ho sognato una spiaggia. caraibica, immacolata. sabbia fine e onde appena accennate. di notte.

guardavo la spuma sottile sul bagnasciuga, sentivo la sensazione dei granelli di sabbia sotto ai piedi. volevo fare il bagno, ma forse il fatto che fosse notte mi faceva paura.

"vai", mi diceva un uomo seduto lì vicino. era il mio prof della tesi.

e mi accorgevo che il cielo stava divantando chiaro. anzi, sopra la mia testa vedevo nettamente l'azzurro rincorrere il nero. come una macchia di vernice che si allarga sull'altra.

allora andavo. e mi stupivo che l'acqua fosse calda e tranquilla. ci buttavamo, io, un uomo silenzioso con qualche ruga profonda (a occhio e croce, era lì per proteggermi o guidarmi), una ragazza senza il pezzo sopra del costume. pensavo che anch'io avrei voluto non averlo, ma che lo avevo tenuto per imbarazzo. pensavo che sarebe stato bello sentire l'acqua sulla pelle, e che le mie paure anche stavolta mi avevano fregata.

e allora nuotavo. sulla pancia, sulla schiena. finché non arrivavamo alla fine del mare. e c'era una finestra, che dava su un cortile a sua volta immerso nel mare. e ci affacciavamo sulle decorazioni arabesche del pavimento sommerso dall'acqua, a nostra volta dentro l'acqua. ed era bello, sapere che il mare continuava.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non basta aprire la finestra/per vedere i campi e il fiume/Non basta non essere cieco per vedere i fiori e gli alberi/Occorre anche non avere nessuna filosofia./Con la filosofia non ci sono alberi: ci sono solo idee,/C'è solo ognuno di noi, come un sottoscala./C'è solo una finestra chiusa,e dall'altra parte il mondo;/E c'è un sogno che si vedrebbe, aprendo la finestra,/Che non è mai ciò che vediamo, quando alla fine si apre la finestra.
Fernando Pessoa