i miei quattro giorni di ferie estive li passo a milano. abbastanza deprimente come idea, mentre tutti pianificano viaggi stupendi, eppure.
eppure sono quattro giorni in cui mi sento a casa, di colonne di san lorenzo e serate sex and the city, di shopping e di laurea, di strade semivuote al volante e di caldo... di pensieri, di sguardi al passato, di occhiate al presente.

poi finiscono, torno a roma e sento che anche qua è casa. ultimissimi istanti di palazzo al completo, con tre ospiti a movimentare le cose. una mattina a cullarsi sull'amaca a villa torlonia, incantati dal giardiniere pazzo che balla techno-house e si presenta come "direttore artistico" del parco.

così so che muoversi stanca ma riempie.
che una stazione sulla tratta roma-milano e ritorno mi farà sempre fermare il cuore, immobilizzando il corpo, accelerando il battito, finché i vagoni non si rimettono in viaggio.
che ci si ritrova, sempre, dopo anni.
che il cortile della statale mi mette serenità.
so che è strano trovarsi alla laurea di biba, incredibilmente sorpresa per q

uello che lei sta facendo (e come), felice di essere lì e stupita di trovarmi a fare confronti con quello che la mia, di laurea, non è stata, per certi versi. non per invidia, ma per un senso di mancanza di stabilità.
in fondo, sono miss precarietà emozionale
(ma l'importante è essere miss qualcosa).