ieri notte mi sveglio. la luce nella mini-stanza è stranamente gialla, chiara in modo innaturale. non ho gli occhiali, colgo solo le cromie. "nevica", penso.
la mattina mi alzo. il tetto fuori dalla finestra è bianco. neve. e io devo prendere la macchina per andare in redazione - dall'altra parte di milano. l'unico pensiero che riesco a formulare contiene insulti. che riferisco prontamente a mia mamma, in cucina.
- cazo, ha nevicato.
- no.
- come no?
- alla tv non l'hanno detto.
- ma fuori ci sono i tetti bianchi!
- ah.
(comunque sì, era neve. la stessa che scende da oggi pomeriggio, ricoprendo cose e persone di bianco e facendo venire voglia di starsene a casa con le calze)
la mattina mi alzo. il tetto fuori dalla finestra è bianco. neve. e io devo prendere la macchina per andare in redazione - dall'altra parte di milano. l'unico pensiero che riesco a formulare contiene insulti. che riferisco prontamente a mia mamma, in cucina.
- cazo, ha nevicato.
- no.
- come no?
- alla tv non l'hanno detto.
- ma fuori ci sono i tetti bianchi!
- ah.
(comunque sì, era neve. la stessa che scende da oggi pomeriggio, ricoprendo cose e persone di bianco e facendo venire voglia di starsene a casa con le calze)
2 commenti:
tu puoi dire a tua mamma "cazzo"?
bè diciamo che davanti alla neve tutto è scusato :)
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