mercoledì 10 ottobre 2007

io e coe in vetra

a un certo punto uno deve separarsi dal proprio letto. uscire di casa, affrontare il cielo senza senso di questa città. tentare - per lo meno - di accettarla, di accettarne l'idea.

e così con la mia bici dei sogni (sul telaio c'è pure scritto leri) me ne sono andata in vetra a leggere l'ultimo di coe. due ore sulla panchina, rischiando la vita a causa della ghiande in caduta libera dagli alberi, con la musica nelle orecchie e una beck's accanto.


(certo, si potrebbe notare che a spasso per il parco c'erano solo vecchi e carrozzine. che alle 5 del pomeriggio fa freddo. che il sole non scalda. che il cielo è grigio sporco. che sulla panchina di fronte una coppietta si è baciata per ore. che sto libro di coe non mi esalta più di tanto. che il pomeriggio non passa mai... si potrebbe)

3 commenti:

Fabio-Tommy ha detto...

punti di vista..dal loculo del mio ufficio, con la sinusite e il doppio di lavoro che il boss non c'è..una panchina col cielo grigio un libro e una becks sono una gran bella prospettiva.

sempre meglio del solito..che poi era solito mesi fa quando i pezzi del puzzle erano diversi e ora sembra che nulla combaci.

almeno per te gli scenari cambiano.

fe ha detto...

non si tratta di scenari che cambiano, ma di scenari che ritornano.

roma, milano. ritornano, dopo anni, uguali e diversi.

e io, diversa. con pezzi di puzzle nuovi da incastrare, spaventata ma felice che esista forse un'altra combinazione.

poi ci sono le cose immutabili... tre puntate di sex and the city. oh yeah.

lancha2012 ha detto...

piazza vetra... bei ricordi... la mia adolescenza.
No, non è che ci passavo il tempo a drogarmi. E' che ci andavo a scuola.
Le poche volte che mi sono seduto su una panchina è arrivato sempre il tipo: "fumo? ragazzi, fumo?"
comunque bei ricordi.

ps: i pezzi del puzzle s'incastreranno.