domenica 28 ottobre 2007

soffitto

il soffitto è luce calda. morbida, quasi gialla. di una domenica di fine ottobre, con le lancette degli orologi portate indietro, con il pranzo a base di gnocchi-pizza-tiramisù di pompi nello stomaco.

il soffitto è un rettangolo bianco e luminoso. riempie la vista, dalla prospettiva del letto con la coperta boliviana. lo fisso, mentre aspetto un antalgil contro il mal di schiena che cerco di far diminuire appoggiando ogni centimetro di colonna sul materasso.

e allora la sento, la sensazione del saluto. della mano sulle ginocchia piegate. delle persone accanto, nella casa inondata di luce. del cambiamento.

ho svuotato mezzo armadio, liberato due cassetti su quattro. il peggio sarà staccare i poster e le foto.

la luce e il soffitto diventano due lacrime sul ciglio degli occhi. è strano quando si è straiati. riempiono gli occhi, senza scorrere, senza scivolare. aspetto, senza fretta, che un sorriso le riassorba.

fisso il soffitto, fisso altri occhi. la luce di questo pomeriggio si è piantata dentro, come se contenesse in sé ogni significato.

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